Paul Steiger dal Wall Street Journal a Propublica: “Mai stancarsi di fare domande”

Giornalismo, la differenza la fa il contenuto

Paul Steiger

Paul Steiger

ROMA – “La differenza, nel giornalismo, la fa il contenuto”. Parola di Paul Steiger, storico direttore del “Wall Street Journal” (dal 1991 al 2007) e poi fondatore di “Propublica” on line, capace di un fatturato di 10 milioni di dollari l’anno.
“Per chi informa, un foglio di carta stampata o una pagina telematica sono soltanto dei supporti che, come tutti i mezzi, vanno presi per quello che sono. L’importante è quello che si mette dentro che deve rappresentare un vero valore aggiunto”.

Lorenzo Del Boca

Lorenzo Del Boca

“Un giornale di carta stampata si porta dietro l’autorevolezza del tempo mentre il web sembrerebbe più sbarazzino e, persino, più scanzonato. Ma l’uno e l’altro sono in grado di soddisfare le esigenze del pubblico a condizione che le rispettive redazioni non dimentichino il loro ruolo che, in larga misura, è anche una missione”.
Quando stava al Wall Street Journal, i redattori del suo giornale hanno conquistato 16 premi Pulitzer e un premio Pulitzer lo hanno vinto a Propublica, nel 2010, con un’inchiesta sugli ospedali di New Orleans.
Paul Steiger si è guadagnato sul campo la fama di campione del giornalismo ed è comprensibile che la rivista dell’Università del Massachusset – come accade con gli allenatori vincenti delle squadre di basket – gli abbia dedicato copertina ed editoriale. Ma c’è una ricetta del buon giornalismo?
Propublica“C’è – la disarmante risposta – quella che viene applicata dalla notte dei tempi. Non stancarsi di fare domande e non accontentarsi delle prime risposte. Il giornalismo è ricerca. Anche da una piccola cosa o da un fatto apparentemente trascurabile può dipanarsi un affare di proporzioni internazionali. Non sempre ovviamente, ma quando capita occorre che il giornalista non si lasci sfuggire l’opportunità. Quando abbiamo vinto il Pulitzer potevamo proporre almeno cinque inchiesti meritevoli del riconoscimento quasi allo stesso modo”.
Propublica funziona con un consiglio direttivo al qua­le fa capo Herb Sandler. Il con­siglio non interagisce direttamen­te con i giornalisti e non è a co­noscenza delle inchieste sulle quali lavorano.

Herb Sandler

Herb Sandler

Richard Tofel

Richard Tofel

Con il direttore Paul Steiger, opera un general manager (Richard Tofel) che, di formazione, è avvocato e ha esperienza nel campo delle pubbliche relazioni. Stephen Engelberg è il caporedattore, arriva dal New York Times e “governa” 40 redattori senior.
Sono tutti ragazzi (la maggior parte in arrivo dalle scuole di giornalismo) dei quali il più giovane ha compiuto 24 anni mentre il più vecchio (si fa per dire) ne ha 35.
“Si tratta di realizzare del buon, sano e tradizionale giornalismo d’inchiesta con nuovi mezzi. Cambia il contenitore ma non può mancare la qualità del contenuto”.

Gli uomini di Propublica al lavoro

I giornalisti di Propublica al lavoro in redazione

Paul Steiger avverte che, nell’ultimo decennio, il lettore su carta piuttosto che su web si è fatto molto più sofisticato. Pretende chiarezza e certezze. Se non trova né l’una né l’altra abbandona il media che risulta insoddisfacente e cerca soddisfazione altrove.
Per questo la professionalità e la competenza dei singoli giornalisti deve crescere proporzionalmente. “Le analisi pressappoco o le citazioni approssimative si traducono in un danno immediatamente verificabile”. Semmai, occorre mettere in conto la necessità d’investimenti tecnici e professionali adeguati “che, nel web, risultano complicati perché le tariffe pubblicitarie sono infinitamente inferiori a quelle dei quotidiani”.

Stephen Engelberg

Stephen Engelberg

Questo negli Usa perché in Italia (e in larga misura in Europa) un paragone del genere non è nemmeno praticabile. Qui, l’informazione via etere è qualificata da contatti crescenti in termini numerici che, però, non si traducono in mercato.
Dunque, il futuro? “Occorrerà che gli utenti paghino per i contatti on line. I quotidiani che propongono un sito (oltre che l’edizione cartacea) si stanno orientando in questa direzione. Con un abbonamento a prezzi contenuti consente al lettore di entrare nelle pagine del giornale quando vuole e seguirne gli aggiornamenti in tempo reale”.
Ma anche i quotidiani tradizionali dovranno trasformarsi? “La carta rimarrà (ne sono certo) ma sarà presentata diversamente. Non funziona la formula omnibus dei giornali che presentano articoli, come il supermarket espone la sua mercanzia. Devono specializzarsi, essere protagonisti di un giornalismo di nicchia in grado di offrire contenuti unici, di qua­lità e originali. Forse perderanno la periodicità quotidiana. Non usciranno ogni giorno, ma dovrà crescere la loro specializzazione”. (giornalistitalia.it)

Lorenzo Del Boca

 

 

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