1° Maggio in Calabria per Siddi insieme a Parisi, Del Boca, Gypaki, Soluri e Bruno

La Fnsi a Civita: “Senza lavoro prevale il ricatto”

Franco Siddi, Carlo Parisi e Angeliki Gypaki

CIVITA (Cosenza) – Un Primo Maggio dal “senso speciale”, quello celebrato a Civita dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana che ha voluto, così, testimoniare, con la presenza del segretario generale, Franco Siddi, e del vicesegretario e segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria – che, nell’occasione, ha anche festeggiato i 40 anni dalla fondazione – Carlo Parisi, “la vicinanza ai colleghi, a tutti i colleghi, ma soprattutto a quelli che, in questo momento, ne hanno più bisogno”.
I vertici della Fnsi, ancora una volta, in Calabria, per ribadire che “il Sindacato dei giornalisti c’è – ha detto, forte e  chiaro, Franco Siddi – . E’ affaticato, anzi peggio, il Sindacato è devastato dalle tante, troppe inciviltà a cui siamo costretti ad assistere, dai continui soprusi. Ma non molliamo – ha assicurato il segretario della Fnsi ai tanti colleghi venuti ad incontrarlo a Civita, nella Giornata dell’informazione promossa di concerto con il Sindacato e l’Ordine dei giornalisti della Calabria e il Circolo della Stampa del Pollino-Sibaritide – . Continueremo a lottare per il lavoro, pur nella consapevolezza che le difficoltà attuali sono grandi, talvolta esasperanti: i disoccupati aumentano, i giornalisti sfruttati e sottopagati, o non pagati affatto, sono troppi. Per il Sindacato non è un momento facile, perché il Sindacato vive sulla sua pelle le piaghe di una crisi del lavoro che tiene in pugno la vita, ripeto, di tanti colleghi”.
Lo dice, qualora ci sia ancora bisogno di ribadirlo, il numero uno della Fnsi che “senza la giusta mercede, la dignità piena del lavoro e della persona non si realizza. Occorre ricondurre il lavoro al suo vero valore!”.
La strada è piena di chiodi, specie in una terra come la Calabria, divenuta il simbolo – inevitabile il riferimento alla vicenda dell’Ora che ha, da tempo, valicato i confini regionali – della lotta per la libertà. Libertà di stampa, certo. Ma non solo. E i chiodi sono così tanti e, in qualche caso, così pericolosi da spingere il segretario della Fnsi a chiedere “ai rappresentanti della Chiesa qui presenti di invocare i Santi. Personalmente, da bravo cagliaritano, invoco Sant’Efisio, a cui la Sardegna è vocata. Bisogna rivolgersi a loro, perché ce n’è davvero bisogno”.
Poi un appello alla “doverosa comunicazione tra noi giornalisti, che spesso manca o non è sufficiente – ha detto Siddi – . Proprio noi che abbiamo il dovere di dar voce a chi non ha voce, non siamo capaci di dialogare tra noi dei nostri problemi: il Sindacato serve anche a questo, ad aiutare i colleghi a fare rete e, in quest’ottica, oggi indispensabile più che mai, il plauso va a quegli strumenti che ci aiutano a farlo”.
Perché, ha ribadito il segretario della Fnsi, “il giornalista deve avere chiaro il quadro della professione, così come, per essere un bravo giornalista, ha l’obbligo di informarsi accuratamente sui fatti, sui personaggi che hanno portato ad una vicenda scabrosa per poter informare correttamente i lettori, per garantire un’informazione credibile”.
Va da sé che “il giornalista, perché possa dirsi tale, ha bisogno, anzi deve pretendere, a sua volta, che il suo lavoro sia riconosciuto, regolarizzato e retribuito secondo la legge – ha tuonato Siddi – e in questo senso il Sindacato è impegnato, da circa un anno e mezzo, a sottoscrivere il Contratto nazionale di lavoro giornalistico che è strumento fondamentale e molto attuale perché la professione possa continuare ad esistere”.
SalaCi ha pensato Carlo Parisi a mettere l’accento su una realtà forse, a volte, sottovalutata: “Non dobbiamo dimenticare che la professione giornalistica è, appunto, una professione e come tale va salvaguardata, anche dagli stessi giornalisti. Così come dobbiamo avere bene in mente che il web rappresenta, è vero, la nuova scommessa per il nostro ‘mestiere’, ma il web, dal punto di vista giornalistico, non è il social network. Né il blog”.
Mette inevitabilmente il dito sulle stesse piaghe denunciate da Siddi, il vicesegretario della Federazione della Stampa: “Il 1° Maggio è la festa dei lavoratori che sono, purtroppo, sempre meno nella nostra professione. Oggi l’80% dei giornalisti non ha un contratto di lavoro e non perché non abbiano voglia di lavorare, ma perché non lo trovano un lavoro che sia degno di questo nome”.
Guarda alla Calabria, come è naturale, Carlo Parisi, perché “qui, più che altrove, il lavoro non c’è: in Calabria non abbiamo bisogno dell’arrivo di altri militari a presidiare il territorio. Abbiamo bisogno, innanzitutto, di investigatori più seri ed efficaci per accelerare la ricerca della verità e la macchina della giustizia. Secondo, abbiamo bisogno di lavoro: senza lavoro – alza il tono il vicesegretario della Fnsi – che libertà abbiamo? Senza lavoro prevale il ricatto!”.
L’unica consolazione, per i giornalisti, è data dal fatto che “in Calabria – ha tenuto a sottolineare Parisi – abbiamo un grande vantaggio rispetto ad altre regioni: la sinergia, che c’è e c’è sempre stata, tra il Sindacato e l’Ordine dei giornalisti, l’Inpgi e la Casagit. Un vantaggio non da poco, lo ripeto, per i colleghi”.
Che il Sindacato in Calabria ci sia – da ben 40 anni, “un’eredità pesante” per l’attuale segretario, “prima che un onore” – e funzioni lo dicono i fatti: “Sono centinaia le vertenze che il Sindacato Giornalisti della Calabria ha portato avanti nell’ultimo anno – ha ricordato Carlo Parisi ai tanti colleghi presenti a Civita – contro i soprusi di editori che sono sempre più banditi: l’unico modo per metterli al bando è denunciarne i comportamenti, denunciare lo sfruttamento sistematico”.
Perché “solo con un sistema pulito ed efficace, per cui il Sindacato, al fianco dei giornalisti, continua a battersi, – ha concluso Parisi – possiamo sperare nella qualità dell’informazione, che rappresenta l’unico futuro possibile. E questo vale sia per la carta stampata che per la nuova sfida del web”.
Sala 1C’è chi ha voluto testimoniarla di persona “la vicinanza concreta” del Sindacato Giornalisti della Calabria, nell’incontro di Civita: dal direttore dell’Ora della Calabria, Luciano Regolo, presente con una nutrita delegazione di giornalisti (del suo intervento riferiremo in un servizio a parte, ndr) a Iole Perito, oggi portavoce del sindaco di Cosenza.
“Proprio nel giorno della festa del lavoro, che è la festa della dignità – ha detto la giornalista – sono onorata di portare la mia testimonianza di lavoratrice che ha vinto ben due cause grazie al sostegno del Sindacato guidato da Carlo Parisi e al supporto dell’avvocato Mariagrazia Mammì dell’Ufficio legale del Sindacato. Ho, infatti, visto riconosciuti i miei diritti nella vertenza con ‘La Provincia cosentina’, un giornale che non esiste più, e in quella contro il Cosenza Calcio, per cui svolgevo di fatto l’incarico di capo ufficio stampa, senza, però, il relativo inquadramento”.
“Quelli capitati a me – ha ribadito la Perito – sono veri e propri omicidi della professione giornalistica e senza il fondamentale appoggio del Sindacato Giornalisti non ce l’avrei mai fatta ad uscirne vincente. Spero che la mia vicenda serva da sprone a tanti colleghi a cui, magari, manca solo un po’ di coraggio”.
Già, il coraggio. Fondamentale non solo per la Calabria e l’Italia, di questi tempi, ma anche per la vicina Grecia: “Siamo lo stesso Paese, la stessa gente, la stessa cultura – ha detto Angeliki Gypaki, componente del Sindacato greco dei giornalisti, che con la sua presenza a Civita ha conferito un tocco di internazionalità all’incontro – e, purtroppo, abbiamo gli stessi problemi”.
Insomma, “un’altra importante pagina per la storia del Sindacato e dell’Ordine dei giornalisti della Calabria, del Circolo della Stampa del Pollino-Sibaritide, quella che si scrive oggi a Civita”. A sancirlo ci ha pensato il “padrone di casa”, Cosimo Bruno, presidente del Circolo della Stampa Pollino-Sibaritide, che, nel fare gli “auguri al Sindacato per il ragguardevole traguardo dei 40 anni di vita e la sua significativa presenza sul territorio”, ha voluto ribadire ai colleghi che “ senza il Sindacato, noi giornalisti saremmo soli” in quella che mons. Luigi Renzo, vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea e giornalista, ha definito “la difficile battaglia per la verità, che accomuna stampa e Chiesa”.
Che i giornalisti siano “tenuti a raccontare i fatti, a seguire la notizia con rigore e serietà, a raccontare, in una parola, la verità”, lo ha, poi, ampliamente rimarcato il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri, che ha voluto sgombrare il campo da un ulteriore dubbio sulla professione. E il suo futuro: “La qualità è la nostra vera sfida, web o non web – ha detto Soluri – . Quando il giornalista dà una notizia, deve ricordarsi che va ad incidere nella vita delle persone. Il giornalista, che è ben diverso da chi fa ‘blog’ e non è tenuto a rispettare alcuna regola, ha dei sacrosanti diritti, ma anche altrettanti doveri perché la sua possa essere una voce attendibile. Non può, né deve esistere l’approssimazione per un giornalista”.
Un Primo Maggio, quello promosso dalla Fnsi a Civita, nel cuore – ma davvero – della Calabria, a cui il tre volte presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti e della Fnsi, Lorenzo Del Boca (“l’unico in grado di reggere l’Ordine nazionale per tre mandati consecutivi”, ha ricordato Cosimo Bruno, che è anche consigliere dell’Odg) ha voluto rivolgere “un pensiero affettuoso, perché questa non è una data banale, né retorica”.
“Dobbiamo ricordare sì i lavoratori – ha detto il presidente emerito – , chi non lavora, chi il lavoro lo ha perso, ma anche chi il lavoro lo difende: il sindacato, Parisi, Siddi, io per il passato. Perché il lavoro, oggi più che mai, va difeso e tutelato”. Specie “di fronte ai mutamenti del sistema informazione, rispetto ai quali i più arretrati si stanno dimostrando gli editori”.
Allarga la prospettiva Del Boca e ammonisce: “Dobbiamo fare attenzione, perché oggi il lettore non è più quello di una volta. Non accetta più il ruolo di subalterno, ma vuole dialogare con i giornalisti. Interagire. E questo comporterà anche un altro cambiamento, per la verità già in atto: è vero che non uccideranno i giornali, ma in futuro non esisteranno più i giornali ‘omnibus’. Esisteranno i giornali di settore – ha chiosato Del Boca – , come il ‘nostro’ giornalistitalia.it, perché non c’è nessuna industria al mondo in grado di fare tutto bene, nemmeno i biscotti”.
Specializzazione e professionalità, insomma, “per garantire ai cittadini – parola del tre volte presidente dell’Odg – un bene prezioso e irrinunciabile quale è l’informazione: il futuro è dei giornalisti veri, basta con la bufala del ‘citizen journalism’!”.

Cosimo Bruno, Lorenzo Del Boca, Franco Siddi, Carlo Parisi, Angeliki Gypaki e Giuseppe Soluri

Cosimo Bruno, Lorenzo Del Boca, Franco Siddi, Carlo Parisi, Angeliki Gypaki e Giuseppe Soluri

Un commento

  1. Giuseppe Tropea (anni 75 di cui 50 dedicati esclusivamente al giornalismo)

    Ottimo convegno, ottimi argomenti scritti e spiegati bene da “Giornalisti Italia”. Ho apprezzato molto le due parole “giornalisti veri”, ai quali bisognerebbe dedicare giorni e giorni di seminario, cercando di concedere finanziamenti e incentivi anche ai giornali on line fatti da giornalisti veri, senza sperperare soldi pubblici a chi non è giornalista, agli pseudo editori e agli incompetenti.
    Solo così, secondo me, si potrebbe entrare nella via più giusta per arrivare alla rinascita del giornalismo.

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