Affermazioni shock del presidente Duterte. L’Unione giornalisti: “Istiga all’omicidio”

Filippine: “Giusto assassinare i giornalisti corrotti”

Rodrigo Duterte

Rodrigo Duterte

MANILA (Filippine) – Ha provocato indignazione l’ultima sparata del controverso presidente in pectore delle Filippine, Rodrigo Duterte, il quale ha giudicato legittimo assassinare i giornalisti che, ai suoi occhi, se lo meritino perché corrotti.
L’Unione nazionale dei giornalisti del paese asiatico ha definito l’affermazione un’istigazione all’omicidio.
L’avvocato 71enne che ha vinto a maggio le elezioni
presidenziali dopo una campagna tutta incentrata sulla sicurezza nella quale ha promesso di far uccidere decine di migliaia di criminali, ieri ha sostenuto che l’uccisione dei giornalisti corrotti sarebbe giustificabile.
“Non è perché siete giornalisti che siete esentati dall’essere assassinati, se siete dei figli di puttana”, ha dichiarato il prossimo capo dello Stato filippino rispondendo a una domanda su cosa si potesse fare di fronte all’uccisine di giornalisti, dopo che un reporter di Manila è stato assassinato la settimaan scorsa.
L’Unione nazionale dei giornalisti filippini si è detta “costernata” dalle dichiarazioni di Duterte. Ha riconosciuto l’esistenza del fenomeno corruttivo anche tnei media, ma ha sottolineato che questo non può giustificare la morte.
“Di fatto, ha dichiarato aperta la caccia, per far tacere la stampa, sia dei giornalisti come individui sia come istituzioni, sulla base di una semplice percezione di corruzione”, ha dichiarato l’Unione giornalisti in un comunicato.
Le Filippine sono uno dei paesi al mondo doe è più pericoloso fare il giornalista. Dopo la fine della dittatura di Ferdinand Marcos, 30 anni fa, 176 giornalisti sono stati assassinati.
Ieri sera, annunciando la composizione del suo governo, Duterte ha parlato con disprezzo dei giotnalisti uccisi: “La gran parte di quelli che sono stati uccisi, per essere franchi, hanno fatto qualcosa. Se non si fa niente di male, non si viene uccisi”. E ha ricordato il caso di Jun Pala, un giornalista e uomo politico di Davao, la città che Duterte ha governato per 20 anni. Il cronista fu ucciso nel 2003. Il presidente eletto ne ha parlato in questi termini: “Non voglio mancare di rispetto alla sua memoria, ma era un figlio di puttana marcio. Se lo meritava”. (Askanews)

I commenti sono chiusi.