Il 5 maggio la decisione del Gup di Cagliari. Sul lastrico un centinaio di giornalisti

Crac Epolis, 18 a rischio giudizio per bancarotta

Epolis

Nicola Grauso

Nicola Grauso

CAGLIARI – Potrebbe concludersi il 5 maggio l’udienza preliminare per il crac da circa 130 milioni di euro del gruppo editoriale Epolis. Davanti al Gup del Tribunale di Cagliari, Giovanni Massidda, il pm Giangiacomo Pilia ha rinnovato la richiesta di rinvio a giudizio di tutti gli indagati accusati di bancarotta, seguito poi dalle parti civili rappresentate in buona parte da giornalisti ed ex dipendenti.
Già iniziata anche la discussione di una parte delle difese. Stralciata, invece, in precedenza la posizione di Luisella Garau (72 anni) amministratore unico di Epolis dal 2005 al 2007, il Gup dovrà ora pronunciarsi su 18 indagati tra i quali spicca l’ex editore del gruppo Nicola Grauso e il suo successore Alberto Rigotti che rilevò le testate.
Al centro dell’inchiesta erano finiti sia il gruppo Epolis, che editava numerosi giornali free-press in Italia, che la società Pubbliepolis, concessionaria di pubblicità delle testate. L’anno scorso, al termine dell’inchiesta, erano stati arrestati dalla Guardia di Finanza, su ordine del Gip, i dirigenti societari Alberto Rigotti (65 anni, di Milano), Sara Cipollini (43, di Milano) e Vincenzo Maria Greco (70, di Roma).
La Procura aveva, poi, formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio del fondatore del gruppo free-press Grauso (66 anni, cagliaritano ma residente a Roma), Francesco Ruscigno (56, di Aversa), Alessandro Valentino (43, di Barletta), Carlo Momigliano (62, di Milano), Franco Manconi (69, di Cagliari), Giuseppe Virga (67, di Roma), Mauro Marciano (58, di Roma), Stefano Gobbi (romano di 48), Francesco Raia (67 di Iglesias), Michela Veronica Crescenti (46, di Ospedaletto), John Gaethe Visendi (milanese di 51), Anna Abbatecola (49, di Calvenzano), le sorelle Rosalba e Rosanna Chielli (54 e 44 di Prato) e Claudio Noziglia (62, di Milano).
Il fallimento del gruppo editoriale e della concessionaria pubblicitaria fece perdere il lavoro ad un centinaio di giornalisti. All’inizio di maggio interverranno gli avvocati Luigi Concas e Giovanni Bana per Carlo Momigliano poi la parola passerà al Gup che deciderà se dovrà essere celebrato il processo, visto che nessuno ha scelto il rito abbreviato. (Ansa)

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