Frangi, Corsini, Maurizio, Reda e Latini: “Non abbiamo approvato alcuna bozza”

“Contratto, a Stampa Romana basta giochetti”

Federica Frangi

Federica Frangi

Paolo Corsini

Paolo Corsini

Pierangelo Maurizio

Pierangelo Maurizio

ROMA – “Il 30 novembre il Consiglio direttivo di Stampa Romana ha approvato la proposta per il rinnovo del contratto nazionale dei giornalisti. Nel comunicato che l’associazione territoriale di categoria ha diramato subito dopo si parla di «approvazione con una sola astensione»: semplicemente non è vero, perché noi non abbiamo approvato proprio nulla. Al momento del voto, infatti, avevamo già abbandonato i lavori in segno di protesta perché ci era stato chiesto di dire sì a un documento che ci è stato presentato solo sabato nella sua versione (semi) definitiva”. Lo affermano i consiglieri nazionali Fnsi Federica Frangi, Paolo Corsini e Pierangelo Maurizio, il vice presidente dell’Associazione Stampa Romana Omar Reda e il consigliere regionale Francesco Latini.
“L’approvazione della proposta di bozza per il rinnovo del contratto di categoria che verrà presentata alla Fnsi da parte del direttivo dell’Associazione Stampa Roma è – a giudizio dei cinque giornalisti romani – l’ennesima occasione mancata per avviare concretamente un nuovo corso e affrontare i problemi drammatici dell’informazione”.
“Pur dando atto degli sforzi compiuti dalla segreteria”, Federica Frangi, Paolo Corsini, Pierangelo Maurizio, Omar Reda e Francesco Latini ritengono “ancora più grave che la seconda associazione territoriale di categoria qual è Stampa Romana abbia perso l’occasione per un appello unitario alla Fnsi a invertire la rotta fin qui seguita”.
“Crediamo – concludono i cinque – che sia un ulteriore errore non chiedere con forza al governo Renzi di assumersi le proprie responsabilità nei confronti della Federazione editori (Fieg) che ha disdetto unilateralmente il contratto rimangiandosi per l’ennesima volta i tanto sbandierati impegni sul recupero della qualità dell’informazione italiana e delle tutele, anche economiche, nei confronti di chi, per professione, garantisce un diritto costituzionale”.

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