Aser: “Soddisfatti per Gabriele Franzini e Sabrina Pignedoli, importante sentenza”

Aemilia: 2 colpevoli per le minacce ai cronisti

Serena Bersani

Serena Bersani

BOLOGNA – Due dei condannati nel “processo Aemilia” sono stati riconosciuti colpevoli anche delle minacce ai giornalisti Gabriele Franzini, direttore del tg di Telereggio e Sabrina Pignedoli, corrispondente Ansa da Reggio Emilia e cronista del Resto del Carlino. Il Gup Francesca Zavaglia ha riconosciuto il danno all’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna, quantificandolo in 15 mila euro.
Il Sindacato giornalisti dell’Emilia Romagna, assistito dall’avvocato Valerio Vartolo, si era infatti costituito parte civile al fianco dei due cronisti.
“In questi giorni nei quali dobbiamo constatare l’ulteriore retrocessione dell’Italia nella classifica di Reporters sans frontières sulla libertà di stampa, questa sentenza è per il sindacato dei giornalisti di grande rilevanza”, ha commentato Serena Bersani, presidente dell’Aser.
“Siamo soddisfatti soprattutto per i due colleghi che con grande serietà e tenacia hanno esercitato la professione senza condizionamenti, nonostante le pesanti intimidazioni ricevute. Per la prima volta in Emilia-Romagna stiamo assistendo a un maxi processo per infiltrazioni mafiose. Le prime sentenze confermano la gravità del fenomeno che i colleghi hanno contribuito a denunciare”.
Soddisfatto anche l’avvocato Valerio Vartolo, legale dell’Aser: “La condanna degli imputati Mesiano e Diletto, anche per i delitti commessi nei confronti dei giornalisti e il conseguente risarcimento riconosciuto in favore dell’Associazione della Stampa e dell’Ordine dei Giornalisti, oltre a costituire un importante risultato dal punto di vista processuale rappresenta un riconoscimento del fondamentale ruolo svolto dalla libera stampa, anche nel raccontare il fenomeno criminale mafioso. E sia l’Ordine dei giornalisti che l’Associazione della Stampa, stando a fianco ai giornalisti minacciati nell’esercizio della loro professione, hanno scritto una pagina importante nella difesa della stessa libertà di stampa che è al servizio soltanto della pubblica opinione e dei cittadini e che è un argine al dilagare del fenomeno mafioso”.

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