Calabrese di Catanzaro ha iniziato al Giornale di Calabria per poi passare all’agenzia

Addio Maurizio Mirarchi, una vita in Agi

Maurizio Mirarchi

Maurizio Mirarchi

BOLOGNA – Si è spento ieri sera a Bologna il giornalista Maurizio Mirarchi, per diciotto anni titolare della sede di Agi dell’Emilia Romagna, che ha retto ha retto fino al 30 settembre 2011, quando è andato in pensione per raggiunti limiti di età.
Nato a Catanzaro il 16 luglio 1946, Maurizio Mirarchi mosse i primi passi nella carriera giornalistica nell’85 collaborando al rinato “Giornale di Calabria” diretto da Giuseppe Soluri, oggi presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria. Una passione, quella del giornalismo, che lo portò a lasciare il posto “sicuro” di dirigente al ministero del Tesoro di Catanzaro, e a intraprendere la carriera professionistica.
Tra le prime collaborazioni, anche quelle con le emittenti collegate al Giornale di Calabria, “Radio Catanzaro 104” e “Videosera Tv”, poi l’approdo all’Agi, nella sede locale di Catanzaro, dove contribuì da collaboratore a rafforzare il notiziario regionale della Calabria, il primo notiziario locale di un’agenzia di stampa italiana, destinato a fare scuola.
Sono anni intensi dedicati in particolare alla cronaca della città, alternati con la famiglia e il lavoro nella pubblica amministrazione. L’assunzione come praticante giornalista arriva il primo agosto del 1987 presso la sede centrale di Agi a Roma. Il tesserino rosso da professionista dopo un anno, il 13 maggio del 1988.
Nella sede centrale dell’agenzia, Mirarchi si fece subito apprezzare per il suo impegno, lavorando al dipartimento Interni. Il primo dicembre del 1990 fu nominato inviato speciale. Seguì in particolare il settore del turismo, ma si occupò anche di importanti fatti di cronaca. Tra l’altro, in Russia seguì l’apertura degli archivi sui caduti dell’Armir, i soldati dell’Ottava Armata italiana in Russia del Regio Esercito che, tra luglio 1942 e marzo 1943, operò sul fronte orientale, in appoggio alle forze tedesche della Wehrmacht impegnate nella bataglia di Stalingrado.
Da Roma, il primo novembre del 1993 fu trasferito a Bologna – divenuta sua città di elezione – assumendo la titolarità della sede e venendo contestualmente nominato caposervizio. Nel capoluogo emiliano si è occupato dei maggiori fatti di cronaca e politica avvenuti in Emilia Romagna negli ultimi anni, tra cui la nascita e il percorso dell’Ulivo di Romano Prodi.
Maurizio Mirarchi lascia la moglie Ottavia e i figli Francesco, Maria Grazie e Anna Claudia. (agi)

I commenti sono chiusi.