Lutto a Vercelli: è morto il giornalista che da 30 anni collaborava con La Stampa

Addio al critico musicale Giovanni Barberis

Giovanni Barberis

VERCELLI – Il giornalismo vercellese è in lutto. Giovanni Barberis, 76 anni, professore e pubblicista, è morto all’ospedale Sant’Andrea dove era ricoverato da qualche tempo. Soffriva di problemi di cuore e proprio una crisi cardiaca gli è stata fatale.
Nato il 24 marzo 1944, Barberis era giornalista pubblicista iscritto all’Ordine del Piemonte dal 13 febbraio 1985 e abitava a Stroppiana, un centro di 4 mila abitanti, affogato nella risaia, ma la sua vita e le sue frequentazioni erano tutte nel capoluogo: a Vercelli. Era una delle firme più longeve dell’edizione provinciale de “La Stampa”.
Dalle pagine del quotidiano, in trent’anni, ha raccontato il mondo della musica, intervistando cantanti e gruppi musicali che passavano per Vercelli.
Con Enrico De Maria, al tempo caporedattore dell’edizione del giornale, e Francesco Leale ha condotto una trasmissione musicale “Folk, Bifolk, Trifolk che, la domenica mattina, rappresentava un appuntamento fisso per gli appassionati.
Negli anni il programma si è trasformato diventando (prima) Bric a Brac” e (poi) Tortuga”. Proprio da questi programmi (nel 1976) è rinato il carnevale vercellese con la maschera del “Bicciolano” e le sfilate di gruppi mascherati.
Barberis, la musica, non la conosceva soltanto come studioso. La praticava personalmente. Era cantautore che componeva testi e musica. Aveva collaborato con “I gallinacci” e con “I Bardi 2000”.
Si esibiva a volte con Gianpiero Ausano e Pino Francese di Ronsecco che, in città, erano autentiche autorità. “Spasacamin” è un refrain fra i più conosciuti nella terra del riso.
Strofe e note sono sue, costruite sui ritmi del blues. I suoi lavori venivano dalla vita di tutti i giorni: il ciabattino che lavorava sull’uscio di casa, le mondine che strappavano le erbacce, i carrettieri che attraversavano la campagna o i personaggi che animavano la vita del centro di Vercelli.
Quasi sempre in dialetto: “Al dì dop al dì d’la festa”, “L’ultima vangàa, “Al temp dal fiur” e sempre con una vena nostalgica per un mondo che stava cambiando, lasciando indietro e dimenticando un pezzo della sua storia e della sua tradizione.
Per questo le sue rime e i suoi ritmi conoscono i contorni struggenti del rimpianto. Lo stesso rimpianto che manifestano, oggi, gli amici, i colleghi e i cultori delle tradizioni locali. Sui social lo salutano come sarebbe piaciuto a lui: “ciao Giuan”.
I funerali di Giovanni Barberis, che lascia la moglie Vittorina, si svolgeranno domani, martedì 19 gennaio, alle ore 10.30, nella chiesa parrocchiale di Stroppiana. (giornalistitalia.it)

 

 

I commenti sono chiusi.