Un editoriale che fa discutere e le minacce di morte al direttore che si dimette

Strage di Quargnento: “Il Piccolo” nella bufera

Mazzi di fiori avanti alla Caserma dei Vigili del Fuoco di Alessandria (La Stampa)

ALESSANDRIA – Bisettimanale “Il Piccolo” di Alessandra nella bufera dopo l’editoriale del direttore, Alberto Marello, sulle tracce di stupefacenti ritrovate nei corpi dei tre vigili del fuoco morti, il 5 novembre 2019, nell’esplosione della palazzina di Quargnento. Tracce, rilevate nell’autopsia condotta il 6 novembre 2019 dai medici legali dell’Università di Pavia, che il procuratore di Alessandria, Enrico Cieri, ha definito «irrilevanti ai fini processuali».
La pubblicazione dell’editoriale, dal titolo “Se gli eroi perdono il mantello”, ha provocato una valanga di reazioni indignate, soprattutto sui social, tanto che ieri il direttore Marello ha rimesso il mandato all’editore e, difendendo la propria scelta di divulgare la notizia, ha denunciato di aver ricevuto “gesti intimidatori” e “minacce di morte” nei suoi e nei confronti della collega Monica Gasparini.
Numerosi cittadini hanno mazzi di fiori davanti alla caserma dei vigili del fuoco di Alessandria, sotto lo striscione che ricorda Antonino Candido, 31 anni, Matteo Gastaldo, 47 anni, e Marco Triches, 38 anni, mentre il sindacato dei vigili del fuoco Usb, nel condannare «ogni forma di intimidazione o minaccia», afferma di non aver mai chiesto le dimissioni del direttore de “Il Piccolo” «ma le sue scuse, che non sono arrivate. Non accettiamo che lei – afferma il sindacato – dopo aver “tolto il mantello agli eroi” ora assurge al ruolo di vittima. Le vittime sono Matteo, Marco e Antonino. La sua arrogante lettera ci vuole indicare il pensiero di una fantomatica maggioranza silenziosa, continuando nella pericolosa operazione mediatica di dividere la comunità alessandrina. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico, quando si scava nel fango ci si infanga».
Sulla strage di Quargnento sono in corso processo due processi. Nel primo per crollo della palazzina, lesioni e truffa all’assicurazione, i coniugi Gianni Vincenti e Antonella Patrucco sono stati condannati in primo grado a 4 anni di reclusione. Nel secondo per omicidio volontario (con eventuale dolo), il pubblico ministero Enrico Cieri ha chiesto per entrambi la condanna a 30 anni di reclusione. (giornalistitalia.it)

I commenti sono chiusi.