Un’integrazione rimane difficilissima, ma torna l’idea di un polo libri con Rcs

Mediaset: il sogno si chiama Telecom Italia

MediasetMILANO – Il sogno si chiama sempre Telecom Italia, anche che se realizzare un’integrazione rimane difficilissimo nonostante gli sviluppi post Telco. La speranza è quella di trovare il partner giusto per Premium, la tv a pagamento sulla quale in molti hanno messo gli occhi. La certezza è che il 2015 – e soprattutto il suo primo trimestre – sarà molto caldo per Mediaset, con il 2014 che comunque si è chiuso con la Borsa in netto recupero.
Da metà ottobre il titolo del Biscione ha, infatti, guadagnato un terzo del suo valore fino a sfiorare quota 3,5 euro, in buona parte grazie al dossier Premium, che è quello sul quale c’è più attesa. La pubblicità per le reti generaliste, infatti, ancora non mostra veri segnali di recupero mentre rimane alta la possibilità dell’ingresso di nuovi soci per la società del digitale terrestre a pagamento, da poco del tutto indipendente.
Qualcuno, anche all’interno della stessa Mediaset, accredita la pista Sky, ma al momento il mondo Murdoch è impegnato con il complesso accorpamento delle sue strutture europee.
Dopo la defezione di Al Jazeera, scontenta della presenza dell’avversario Telefonica che ha fatto di tutto per tenere la rete del Qatar fuori dalla Spagna, in prima fila resta la francese Vivendi guidata da Vincent Bolloré. Si potrebbe, infatti, creare una buona sinergia anche sul mercato francese, dove non a caso Al Jazeera è molto aggressiva, ed è chiaro che il nome del finanziere bretone si intreccia con le vicende Telecom.
Il gigante italiano delle Tlc sta aspettando gli ultimi sì dell’Antitrust brasiliano e argentino per lo scioglimento della controllante Telco, che dovrebbe portare a nuovi veicoli indipendenti con quote del 14,7% per Telefonica (in parte promesse a Bolloré nell’acquisizione della brasiliana Gvt), del 4,3% per Generali e dell’1,6% a testa per Intesa e Mediobanca.
Tutti i soci italiani intenderebbero dismettere la partecipazione (soprattutto il relativo pesante debito) e questo potrebbe aprire a Mediaset nuove strade. Anche considerando che Telefonica e Vivendi, con i quali è già socia o in ottimi rapporti, giocano un ruolo cruciale nella partita. Prima si devono concludere i passaggi in Sud America, ma Premium – che rimanda di continuo il raggiungimento dell’utile, ma che ha sofferto relativamente la crisi e soprattutto ha tolto a Sky il monopolio “pay” – potrebbe aver bisogno di novità a breve: sul marchio è stato fatto un investimento importante ma oneroso, visto che con la Champions League dalla prossima stagione pagherà al calcio oltre un miliardo in diritti annui.
Intanto nel mondo del Biscione qualcosa si è già mosso: in Mondadori (+50% in Piazza Affari da metà novembre) è diventato operativo lo scorporo dell’area libri, che rimane il business più redditizio. La formazione della newco intensificherebbe i colloqui con Rcs per la nascita di un polo del settore che potrebbe meglio competere in Europa e che sembra fatto apposta per una collocazione in Borsa. Con un gradito ingresso di denaro fresco per Mondadori e per Rcs, che vuole evitare un eventuale nuovo aumento di capitale, molto poco gradito ai soci. (Ansa).

 

 

 

 

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