Il Premio Oscar scrive a Marco Brancaccia, ex “amico” della moglie Livia

Colin Firth al giornalista: “So che stai male…”

Colin Firth

Colin Firth

ROMA – «So che la cosa sta facendo male anche a te». A sorpresa, nella querelle tra la moglie di Colin Firth, Livia Giuggioli, e Marco Brancaccia, il giornalista italiano (ex corrispondente dell’Ansa dal Brasile) indagato per stalking nei confronti della produttrice cinematografica, entra in scena anche il premio Oscar con una email inviata, a sua volta, a Brancaccia nella quale gli mostra tutta la sua comprensione.
I contorni della vicenda si fanno, dunque, sempre più netti perché, dopo le accuse di stalking da parte di Giuggioli e Firth al giornalista italiano, un portavoce della coppia ha spiegato che «qualche anno fa Colin e Livia hanno privatamente deciso di separarsi. In quel periodo, Livia per breve tempo fu coinvolta in una relazione con l’ex amico Brancaccia. Poi i Firth sono tornati insieme». Dopo di che, affermano ancora i coniugi Firth citati dal Times, «Brancaccia ha iniziato una spaventosa campagna di molestie durata vari mesi, molta della quale è documentata».
Una vicenda che la coppia «non ha mai voluto rendere pubblica, per ovvi motivi». Accuse alle quali Brancaccia ha replicato dicendo che si è trattato di una storia d’amore durante la separazione da Firth «e lei voleva lasciare Colin per me».

Marco Brancaccia

Marco Brancaccia

In quanto allo “stalking” denunciato dalla signora Firth, si sarebbe trattato, come racconta il giornalista, di due messaggi su WhatsApp dopo che lei aveva messo fine alla relazione con una email nel giugno del 2016.
Per spiegare la situazione Brancaccia scrisse, in effetti, una email a Colin Firth, «cosa che mi pento di aver fatto, dopo di che lei (Livia Giuggioli, ndr) mi ha denunciato per stalking, temendo che io dicessi pubblicamente ciò che lei mi aveva raccontato del suo matrimonio e del suo lavoro», dice ancora il cronista.
«In un anno lei mi ha inviato centinaia di messaggi d’amore, foto, video e perfino un diario».
La risposta a quella email è stata, appunto, di comprensione: «So che la cosa sta facendo male anche a te». Aplomb degno di un Oscar, non c’è che dire. (giornalistitalia.it)

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