Dibattito a Genova in occasione della presentazione del libro di Catia Acquesta

Violenza alle donne, è tempo di riflettere

La presentazione del libro della giornalista Catia Acquesta a Genova nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Doria-Tursi

GENOVA – «Uscire da una storia malata si può. Lo ha dimostrato la giornalista Catia Acquesta, esempio per molti grazie anche al suo costante lavoro di sensibilizzazione sul fenomeno della violenza contro le donne e fautrice della legge sullo stalking». Valentina Jannacone, membro del direttivo e coordinatore regionale ligure dell’Unione Nazionale Vittime, sintetizza così l’incontro organizzato da Paola Radaelli, presidente nazionale dell’Unv, nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Doria-Tursi a Genova, per la presentazione del libro di Catia Acquesta “Mia e di nessun altro”. «Un’occasione – sottolinea Jannacone – per parlare di violenza oltre le giornate ad essa dedicate, che poco portano alla battaglia contro questi tipi di reati». Lo sa bene l’associazione che riceve richieste da tutta Italia e si spende al massimo, non solo con azioni di sensibilizzazione come questa e progettazioni educative per le scuole, ma anche presso le istituzioni centrali e territoriali».
«Il percorso – spiega Jannacone – è spesso lungo e faticoso, costoso a livello finanziario ed emotivo e uno dei compiti che Unione Nazionale Vittime si prefigge è sostenere le vittime sole o che abbiano difficoltà, sotto tutti questi aspetti. I nostri professionisti, infatti, offrono gratuitamente la propria competenza per sopperire alle carenze che dovrebbero, nella maggior parte dei casi, far capo alle istituzioni ed allo Stato».
«Come capire quando si è in una storia malata è uno dei temi affrontati nel mio libro», spiega l’autrice, secondo cui «è importante uscirne per tempo. Può salvarti la vita: prima di tutto dobbiamo capire se la persona sappia veramente amare. Come? Se notiamo essere estremamente geloso, possessivo, aggressivo, dobbiamo addrizzare le antenne. Quelli sono campanelli di allarme. Da lì bisogna parlarne, contattare le associazioni, non chiudersi».
A discutere sul tema e rispondere alle domande del pubblico e stati Giorgio Viale, assessore alle pari opportunità (sicurezza, personale e relazioni sindacali) del Comune di Genova e Francesca Corso, presidente della commissione pari opportunità del Comune di Genova.
Presente anche il coordinatore regionale alla cultura di Fratelli d’Italia, Giuseppe Murolo, e i consiglieri della Regione Liguria, Stefano Anzalone e Alessandro Bozzano.
Paola Radaelli, presidente nazionale Unavi, ha affermato che «bisogna fare prevenzione anche attraverso la cultura. Il libro di Catia Acquesta fa riflettere molto perché spiega esattamente come capire quando si sia coinvolti in una storia malata o sbagliata e come uscirne. È un libro che racconta tre storie vere tutte scaturite dallo stalking. La scrittrice ha realizzato anche un decalogo salva vita, diventato il segnalibro, che ha racconta come fare a non finire ammazzata quando il proprio persecutore non accetti la fine di una storia e cerchi la sua ex per rovinarle la vita e ucciderla».

Giuseppe Murolo, Catia Acquesta e Stefano Anzalone

Il penalista Igor Dante, ha sottolineato che «l’Associazione Unavi, nel ringraziare tutti i soggetti che hanno reso possibile l’incontro, auspica che alle disponibilità manifestate dagli esponenti della politica possano seguire i comportamenti conseguenti. Sono state dibattute le esigenze di intervento sul fronte legislativo di misure tese alla prevenzione di tutti quei reati identificati nel cosiddetto “codice rosso”, non più tollerabili in una società che vuole definirsi davvero “civile”. Ciò attraverso forme di tutela anticipata e di sostegno economico di chi si rivolge all’autorità per denunciarsi vittima».
L’attuale quadro normativo se raffrontato alle statistiche sui casi di violenza e stalking manifesta numerose lacune che necessitano di un intervento che coinvolga non solo la politica, ma la società civile – attraverso le associazioni – che non si limitano a contemplare il dato cristallizzato delle statistiche nella amara consapevolezza che dietro “a un numero” c’è una realtà di sofferenza e di paura».

Paola Radaelli

Per la psicoterapeuta Paola Balocco «non si esce da una situazione di stalking come se ne è entrati. Spesso, se non sempre, è necessario molto tempo e l’ausilio di una terapia per poter nuovamente vivere la propria vita liberamente. L’esperienza di stalking può cambiare il carattere di una persona, portare un individuo sano a sviluppare una psicopatologia. È necessario non banalizzare o sottovalutare la drammaticità dello stalking. A partire da noi psicoterapeuti: in tutti i casi di violenza, non basta essere professionisti, bisogna avere competenze specifiche per affrontare con il paziente la violenza accompagnandolo nel percorso di rinascita».
Francesca Corso, consigliere comunale e presidente della Commissione Pari Opportunità, ha plaudito ad «un incontro importante che assume ancora più valore perché non contestualizzato all’interno delle iniziative organizzate per la Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne. Di questo tema è essenziale parlare sempre e parlarne bene, al fine di diffondere educazione, messaggi sociali istruttivi e di supportare chi, in attesa di difesa dallo Stato, deve potersi difendere da sola dal proprio aguzzino».
Laura Amoretti, consigliere di Parità della Regione Liguria, ha ricordato che «essere donna vuol dire anche rivendicare la propria dignità, la propria autonomia, il proprio essere anche semplicemente e meravigliosamente diversa dall’uomo. Significa avere la possibilità di scegliere di essere impegnata professionalmente, di essere moglie e madre. Molte purtroppo sono ancora le donne che subiscono violenza in diversi ambiti, da quello famigliare a quello lavorativo. È proprio in quest’ultimo contesto che parte il mio impegno. Infatti, purtroppo le violenze e le molestie sui luoghi di lavoro, con riferimento anche a quelle di natura sessuale, rappresentano un fenomeno sommerso e ancora troppo presente. Violenze e molestie sono inaccettabili e incompatibili con il lavoro dignitoso, poiché hanno la capacità di provocare danni fisici, psicologici ed economici alle lavoratrici che lesubiscono. Tutti noi, a vario titolo, abbiamo il dovere di collaborare al fine che ogni donna possa essere tutelata anche sul lavoro e rispettata nella propria dignità in un ambiente in cui siano favorite le relazioni interpersonali, basate sui principi di uguaglianza e reciproca correttezza.

Foto ricordo dei protagonisti della presentazione del libro a Genova

Giuseppe Murolo, coordinatore regionale cultura di Fratelli d’Italia, dal canto suo ha evidenziato che «in una società basata sull’iper-narcisismo, sul mito dell’eterno infantilismo e sulla legge del profitto e della perdita, l’amore non viene visto come dono, ma come proprietà e possesso, la cui perdita innesta una reazione di violenza isterica e patologica. È necessario quindi recuperare un sistema di valori che metta al centro la sacralità dell’essere e non la materialità dell’avere»,
Infine, Simona Saccone si è soffermata sul «problema della dipendenza economica, che è forte in situazioni di violenza domestica. Spesso l’uomo violento inizia la sua escalation proprio dall’isolamento della compagna, che prevede anche l’abbandono del lavoro. Con il Reddito di Libertà, la Regione Liguria ha messo a disposizione di 14 donne un piccolo budget mensile (400 euro) per poter iniziare il percorso di emancipazione dopo l’allontanamento». (giornalistitalia.it)

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