Alexander Kuranov e Vladimir Shnegiryov contrattaccano: “Paranoia spionistica”

Via l’accredito, giornalisti russi contro Praga

SpionaggioMOSCA (Russia) – Due giornalisti russi – ai quali le autorità della Repubblica ceca non hanno rinnovato l’accredito con l’accusa di essere agenti del Cremlino – passano al contrattacco, e accusano Praga di essere in preda “a paranoia spionistica”.
“L’altra possibile spiegazione è che si tratti di stupidità, oppure di autentico dilettantismo da parte degli organi competenti cechi”, ha detto oggi Alexander Kuranov, dell’agenzia stampa russa Ria Novosti, in quale oggi a Praga ha organizzato una conferenza stampa, insieme al collega Vladimir Shnegiryov, corrispondente del quotidiano moscovita Vechernaya Moskva, l’altra presunta spia del Cremlino.
Un’autodifesa durante la quale i due non hanno risparmiato toni sarcastici e persino ironia per reagire a quanto accaduto la settimana scorsa, quando si sono visti annunciare dal ministero degli Esteri ceco il mancato rinnovo dell’accredito.
„“Lavoro come giornalista da più di 50 anni e so bene cosa che vorreste sentirvi raccontare qualcosa di sensazionalistico, magari della bomba nucleare che ho messo stanotte sotto il Ponte Carlo, oppure del veleno con il quale ho inquinato le acque curative di Karlovy Vary, Purtroppo, niente di tutto ciò. Sono solo un giornalista”, ha detto l’anziano corrispondente russo, rivolgendosi ai colleghi, in larga maggioranza cechi, ricordando la sua lunga carriera a Praga, dei rapporti con Vaclav Havel e delle interviste con l’eroe della Rivoluzione di velluto, degli articoli scritti in passato per raccontare la Repubblica ceca, così come spesso per criticare la politica del Cremlino.
“Io e il Shnegiryov abbiamo insieme quasi 140 anni di vita. Credetemi, il Cremlino non ha bisogno di due vecchietti come noi”.
“Sì, è vero, ho incontrato diversi uomini politici cechi. Con alcuni sono anche amico e mi capita di andarci anche a bere una birra insieme. Ma non sono una spia”.
Dello stesso tenore l’intervento di Shnegiryov, anche lui quasi settantenne, il quale non ha mancato di aggiungere: “È abbastanza normale che in Repubblica ceca operino gli uomini dell’intelligence russa. Sarebbe strano se questo non accadesse, in un paese come questo, in posizione strategica in Europa centro est, in un momento di tale tensione internazionale. Ma io mi augurerei che i servizi di contro intelligence cechi operino in maniera professionale e che non vengano a cercare noi”, ha concluso Shnegiryov, il quale ha detto di essere pronto a presentare una istanza al tribunale di Praga, “per tutelare la mia dignità personale e la mia credibilità professionale”. (Askanews)

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