Il giornalista che gira il mondo per raccontare storie di popoli oppressi e dimenticati

Valerio Giacoia premiato nel nome di Gianni Minà

Valerio Giacoia e Gianni Minà (Torino, 17 maggio 1938 – Roma, 27 marzo 2023)

ROMA – «Confesso che non mi è mai piaciuto stare seduto in una redazione, ed è per questo, ma anche per tanti altri motivi personali, che ho sempre preferito camminare

per strada. Ho lavorato per lunghi anni tra Roma e Milano, tra tante testate, all’Ansa e in Mondadori, ma sempre sentendomi, come dire, costretto, ingabbiato. Non riesco a esprimermi al meglio stando seduto ad una scrivania.

Valerio Giacoia

Devo spaziare, vedere, toccare le cose, le persone, sentire il profumo del mondo, con tutta la sua bellezza e tutto il suo dolore. Quando ho potuto, sono scappato. E l’ho fatto in giro per il mondo, per raccontare delle vicende di popolazioni dimenticate e oppresse».
Il giornalista calabrese Valerio Giacoia commenta, così, l’attribuzione del Premio Ussi 2024 per la sezione “over 40 carta stampata e web” intitolata, quest’anno, a Gianni Minà. La giuria ha, infatti, premiato il suo reportage da Londra dal titolo “Left Hook. Dalla strada al ring. La boxe regala un’altra chance”, pubblicato sul quotidiano “Domani” diretto da Emiliano Fittipaldi.
Figlio d’arte – suo padre era Emanuele Giacoia, indimenticabile e straordinario volto storico del giornalismo sportivo in Rai, protagonista di per lunghi anni di “Novantesimo minuto”, ma anche fratello di Riccardo Giacoia, uomo immagine e caporedattore della sede Rai della Calabria, Valerio Giacoia è oggi il classico cronista di strada, navigato e avvezzo ai mille climi del pianeta, che continua a consumare le scarpe in giro per il mondo, incapace di stare seduto in una redazione, ma anche una magnifica penna e dentro il suo zaino una grande passione per i racconti d’avventura.

Valerio Giacoia (primo a destra) con (da sinistra) i fratelli Riccardo e Sergio, il padre Emanuele e le sorelle Arianna e Antonella

– Valerio, raccontaci qualcuno dei ricordi più belli…
«Ho ancora nel cuore tanto Medio Oriente. In Siria, per esempio, in occasione dello scoppio della Primavera Araba, ma anche ad Aleppo, da dove ho raccontato per “Il Venerdì” la storia di quell’anziano signore collezionista di auto d’epoca, la cui fotografia di qualche anno fa che lo ritrae seduto su bordo del letto tra le macerie della sua casa mentre ascolta musica classica da suo grammofono fece il giro del pianeta ed è una delle immagini simbolo della guerra. Oggi lui è ancora lì, e la sua casa è rimasta così, devastata dalle bombe, insieme alla sua incredibile collezione di automobili d’epoca…».
– “Lo Sport, e chi lo racconta”, dunque, ma quanti modi diversi ci sono per raccontare lo sport?

Valerio Giacoia

«Apparentemente sembra un gioco da ragazzi, ma in realtà il racconto dei grandi eventi sportivi, ma anche dei più piccoli, comporta grande conoscenza diretta dei temi trattati, precisione assoluta nel riferirne le storie, severità nella ricerca delle fonti, e soprattutto la capacità di una analisi che non è per nulla comune o semplice da avere. Ecco allora che l’Ussi lancia la sua sfida ai media, e lo fa grazie ad un concorso entrato ormai nella storia della grande famiglia dei giornalisti sportivi, ed è il Premio che quest’anno ha un tema molto affascinante: “Storie di vita, campioni e valori, tra parole e immagini”».
– Quest’anno, dunque, uno dei riconoscimenti più prestigiosi ti è stato assegnato per il “racconto londinese sulla boxe e le sue ricadute sociali, come ci ha abituato molta parte del grande cinema”…
«Sono molto felice perché il premio è intitolato quest’anno a Gianni Minà, e Minà era amico di mio padre Emanuele, un mito del giornalismo sportivo che ho incontrato più volte in questi anni a Roma. E ricordo che con me, all’epoca io ancora giovanissimo cronista in erba, è sempre stato dolcissimo, attento, mai sul piedistallo, anzi ricordo che se ti dava dei consigli lo faceva con quella grande umiltà che lo ha sempre contraddistinto».

Emanuele e Valerio Giacoia

La Giuria con lui è stata molto felice, perché con una prosa che sa scendere nel profondo, e il suo ormai riconosciuto senso della ricerca, Valerio Giacoia ha raccontato la storia di una palestra, la “Left Hook” (tradotto in italiano significa gancio sinistro), nella periferia di Londra, ma uno dei club più popolari del Regno Unito, dove due ex pugili, il siciliano Enzo Giordano e il turco Oner Avara in tanti anni di attività hanno letteralmente tolto dalla strada decine e decine di ragazzi ad altissimo rischio sociale. Storie straordinarie, che fanno dello Sport una missione sociale, e che nel reportage che ha vinto il Premio, Valerio Giacoia ha saputo intrecciare con una condizione sociale non proprio tranquilla, che è quella dell’Inghilterra post-Brexit.
Una storia “incontrata per caso”, in una Londra che Valerio conosce come le sue tasche, anche per via di suo figlio Emanuele, che vive e lavora qui da anni, e di suo nipote, il piccolo Luca Parker Giacoia.

Valerio Giacoia in Camerum

Ma nella vita professionale di Valerio c’è anche tanta Africa nera, già dal lontano 2007, quando per il Quotidiano del Sud e per il Corriere della Sera seguì la triste vicenda di due nostri connazionali ingiustamente detenuti a Nairobi, capitale del Kenya. Ma proprio di recente è rientrato dal Benin e dalla Costa d’Avorio, e un suo reportage sul Venerdì di Repubblica che raccontava la vita impossibile dei bambini di un villaggio a nord del Benin, che si affaccia sul Golfo di Guinea, bimbi che spaccano pietre tutto il giorno per sostenere le famiglie poverissime di quella comunità, vinse a luglio 2023 il premio internazionale di Lampedusa, intitolato alla collega Cristiana Matano.
«Un paio di anni prima, invece – racconta – con un reportage dal Kenya e pubblicato su Left, dove documentavo l’inferno dei bambini diseredati di un remoto villaggio nei pressi di Malindi, ho vinto il premio nazionale “Fratelli Tutti”, ispirato all’omonima enciclica di Papa Francesco».

Valerio Giacoia in Siria

Con Valerio Giacoia, a ricevere il premio in occasione della cerimonia che si svolgerà a Roma, martedì 21 maggio alle ore 14.30, nella prestigiosa cornice della Sala Stampa dello Stadio Olimpico, ci saranno anche Dario Ricci (Radio/Podcast), Luigi Canu (Fotografia), Alessandra Rosati (Video) e Francesca Renica (Under 40).
Nella sezione “over 40 carta stampata e web”, Giacoia ha avuto la meglio su Dario Torromeo (BoxeRing Web) con il pezzo dal titolo “Jessica, la boxe le ha insegnato a sognare. Battuta la depressione, vuole i Giochi”, e Mario Nicoliello (Avvenire) con “Sfreccia Maxcel, il fulmine azzurro”.
Insomma, una conferma di quanto sport ci sia nella vita di ognuno di noi e quanto conti lo sport nella nostra vita quotidiana. (giornalistitalia.it)

Pino Nano

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