Sarà espulso dal Paese e rimandato in Italia giovedì. Si occupa da anni dei migranti

Turchia: fermato il giornalista Gabriele Del Grande

Gabriele Del Grande

Gabriele Del Grande

ISTANBUL (Turchia) – Il documentarista e giornalista italiano Gabriele Del Grande, fermato in Turchia durante un controllo dalle autorità al confine con la Siria, nella provincia sudorientale di Hatay, e tuttora in stato di fermo, sarà espulso dal Paese.
Lo hanno riferito fonti diplomatiche italiane in Turchia. Il rientro di Del Grande in Italia – riportano le agenzie – dovrebbe avvenire dopodomani, giovedì.
Il Consolato italiano a Smirne e l’ambasciata ad Ankara da lunedì scorso seguivano “con attenzione, – comunica il ministero degli Esteri – in stretto raccordo con la Farnesina, il caso del giornalista italiano bloccato in Turchia, in una zona vicino al confine con la Siria”.
Del Grande, 35 anni, sarebbe stato trattenuto dalle autorità turche perché privo del permesso stampa che si deve chiedere prima di arrivare in Turchia per poter svolgere il proprio lavoro nel Paese. Legato al blog Fortress Europe, segue da tempo gli eventi legate alle rotte dei migranti, le morti e i naufragi nel Mediterraneo e nei mesi scorsi si era già recato diverse volte nel Paese. Nel 2013 ha realizzato un lungo reportage anche sulla guerra in Siria ed è tra gli autori del noto documentario “Io sto con la sposa”, che racconta il viaggio di un gruppo di profughi siriani e palestinesi dall’Italia alla Svezia “mascherato” da corteo nuziale. (giornalistitalia.it)

LA FNSI: «SIAMO VICINI A DEL GRANDE»

ROMA – «La Federazione nazionale della stampa italiana è vicina al blogger e documentarista Gabriele Del Grande, fermato ieri dalle autorità turche al confine con la Siria. Auspichiamo il suo pronto rilascio e l’immediato ritorno in Italia e intanto ringraziamo le autorità diplomatiche italiane, che sin dal primo momento hanno seguito con grande attenzione la vicenda». Lo affermano il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.
«Questo episodio – proseguono – conferma le condizioni insostenibili in cui sono costretti i giornalisti e la libertà di stampa in Turchia. Per tornare a denunciare questa situazione, il 2 maggio la Federazione della Stampa, insieme con Articolo21, Amnesty International Italia, Usigrai, Odg Lazio, Pressing NoBavaglio e altre associazioni, sarà davanti all’ambasciata turca a Roma per un sit-in nel corso del quale saranno letti i 149 nomi dei giornalisti rinchiusi nelle carceri del Paese.

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