Vertenza dipendenti: la componente “#giornalista” bacchetta il segretario Pappagallo

Stampa Romana, è solo un’amara vergogna

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Giovanni Todini

Giovanni Todini (#giornalista)

ROMA – Il comunicato del Segretario Pappagallo su un successo che non c’è ha piuttosto il sapore di un’amara vergogna. Per il sindacato e per chi fa, in leggerezza, simili affermazioni. Sostenere, nella brutta vicenda della vertenza Asr/dipendenti che il punto di caduta è l’accettazione della “proposta che avevamo avanzato il 26 ottobre scorso incontrando i rappresentanti dei lavoratori, allora indisponibili a considerare le nostre richieste”, è degno del peggior editore. E impunemente si ricorda che il risultato è stato raggiunto grazie proprio all’accoglimento del “grido d’allarme, lanciato con l’inizio di una procedura sindacale per cassa”. Sarebbe a dire che, minacciati con la cassa integrazione, i dipendenti sarebbero venuti ora a più miti consigli. Bravo Pappagallo, così fa il tuo sindacato. Per #giornalista, invece, i dipendenti non si toccano.
Quanto poi alle “lezioni” di relazioni sindacali, altra frase vergognosa, va ricordato a chi dall’inizio ha intrapreso una strada che non appartiene alla nostra storia, quella del padrone appunto, che è stato capace di minacciare da responsabile del sindacato unitario dei giornalisti romani, la cassa integrazione in faccia a colleghe iscritte al suo stesso sindacato, per esserne rappresentate e non certo per essere considerate controparte nel corso di una vertenza. E si considera tutto ciò una vittoria? Sappiano, allora, le colleghe e i colleghi chi hanno davanti a rappresentarli ove mai dovessero, e sono in tanti già finiti, obbligati, a gestire vertenze con i loro editori. Il linguaggio delle parti ormai è comune, e non dialoga più con il fare sindacato a difesa dei colleghi.
C’è poi la questione, sottaciuta, di numeri che non tornano: quelli del 2015, sui reali perché del disavanzo dell’associazione, e quelli di previsione del 2016, che da scenari catastrofici e di morte certa della Romana si risolvono ora con il semplice congelamento dei premi. Dall’armageddon a poche migliaia di euro di disavanzo e forse neanche più quello visto che i premi sono appunto solo congelati. Eppure ci si ostina a presentarsi al tavolo delle trattative con un’arma ancora carica puntata sui dipendenti: va ritirata fin da subito ogni azione nei loro confronti. Troppo facile fare pagare ai dipendenti questa cattiva gestione.
Insomma, diciamocela tutta: la canzone tormentone dell’estate è il nuovo inno della Romana. Quell’ “andiamo a comandare” ha fatto scuola. Non buona. Qua invece non si comanda, qua, nel sindacato, si difendono i colleghi. Qua non si eleggono presidenti di garanzia a maggioranza semplice come avvenuto oggi o si rifanno segreterie (che hanno perso pezzi importanti) cooptando fedelissimi e arnesi ormai consunti di quel sindacalismo esso sì sdraiato su politiche di mero consenso.
Faremo anche noi le nostre assemblee perché questa verità incontrovertibile, ed altre ancora forse peggiori, devono essere conosciute da tutti i giornalisti romani. La campagna tesseramento la apriamo anche noi.

La componente #giornalista di Asr

Il comunicato di Pappagallo: “Crisi Asr: luce oltre la siepe”

Lazzaro Pappagallo

Lazzaro Pappagallo

ROMA – Finalmente ci siamo! Era il passo tanto atteso. Una presa d’atto dell’urgenza di salvare Stampa Romana e di condividere il percorso di risanamento. La proposta dei lavoratori di “congelare” le premialità per il 2017, agganciandole ad un bilancio consuntivo 2016 sostenibile, affiancato al blocco dello straordinario annunciato dal segretario, consente di ipotizzare il ritiro della procedura di solidarietà che avevamo impostato. Il grido d’allarme, lanciato con l’inizio di una procedura sindacale per cassa alla fine di ottobre, è stato raccolto. Nessuno ha potuto far finta di nulla.
Il passaggio che ci auguriamo di definire a breve, con accordi sindacali e individuali, ci consentirà di dare aria e respiro al più antico sindacato dei giornalisti italiani. Una associazione forte, combattiva, viva, non appiattita su modalità politiche di gestione del consenso, sempre al fianco di tutti i colleghi. Un patrimonio di competenze che continua ad essere al servizio dei giornalisti di Roma e del Lazio.
Lo dimostrano anche queste vicende: mentre altri colleghi, dentro e fuori Stampa Romana, si esercitavano nel darci lezioni di economia, di finanza, di diritto, di relazioni sindacali noi semplicemente abbiamo lavorato in silenzio nell’interesse comune per centrare un risultato condiviso. E il punto di caduta è la proposta che avevamo avanzato il 26 ottobre scorso incontrando i rappresentanti dei lavoratori, allora indisponibili a considerare le nostre richieste.
A tutti i nostri colleghi, che hanno atteso notizie sullo stato di crisi della Romana e che vogliamo incontrare, ad accordi raggiunti, per spiegare e raccontare tutto quello che è accaduto, per spiegar loro che non è concluso il lavoro di risanamento di Stampa Romana, rivolgiamo un ultimo appello.
Tutti questi sforzi, quello del gruppo dirigente e quello dei lavoratori, rischiano di essere vani se non si decide di far diventare Stampa Romana un pezzo della propria identità professionale.
È necessario iscriversi, tesserarsi, rinnovare la propria tessera, riprenderla, avendo fiducia in chi governa e amministra l’Associazione. Noi, come sempre abbiamo fatto, continueremo a dire tutta la verità, anche quando è scomoda per il gruppo dirigente, a essere trasparenti, a lavorare per la categoria che ci onoriamo di rappresentare.

Lazzaro Pappagallo
Segretario Associazione Stampa Romana

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