Il ministro Madia risponde alla Camera sul mancato utilizzo anche tra i giornalisti

“Senza sanzioni efficaci la Pec non decolla”

Marianna Madia

Marianna Madia

pecROMA – “La posta certificata è indubbiamente uno strumento importantissimo e i problemi del suo utilizzo dipendono anche dai difetti della legislazione, in particolare dall’assenza di sanzioni efficaci per chi non la utilizza”. Lo ha detto il ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, rispondendo alla Camera dei deputati ad un’interrogazione a risposta immediata del deputato Gian Luigi Gigli (Scelta Civica).
Il parlamentare ha, infatti, rilevato che  “a cinque anni dal suo varo non vi sia ancora un uso massivo della posta elettronica certificata da parte della pubblica amministrazione”, sottolineando che “questo fatto, evidentemente, rappresenta il vero ostacolo alla diffusione e al successo del nuovo strumento tra professionisti e imprese” ed aggiungendo che “soltanto Inps, Inail e camere di commercio, infatti, sembrano adottare frequentemente la posta elettronica certificata, mentre le altre amministrazioni si servono dei canali di comunicazione ordinari”.
“Su 2,3 milioni di professionisti – ha segnalato Gigli – solo 1,1 hanno attivato la posta elettronica certificata: medici, infermieri e giornalisti risultano tra i professionisti che non hanno adottato la posta elettronica certificata, mentre avvocati, commercialisti e notai sfiorano il 100 per cento di attivazioni. A livello territoriale si segnalano maggiori ritardi al Sud rispetto al resto d’Italia”.
Quindi, il deputato ha ricordato che “le sanzioni previste per mancata attivazione sono praticamente irrilevanti: le società rischiano al massimo la sospensione della loro iscrizione al registro delle imprese per tre mesi, mentre per i professionisti si rinvia al regolamento del relativo ordine; la posta elettronica certificata consente di certificare l’invio, l’integrità, la consegna di documenti alla stregua della raccomandata con avviso di ricevimento, avendone anche il medesimo valore legale”.

Gian Luigi Gigli

Gian Luigi Gigli

Pertanto, nel denunciare che “pur non essendo obbligatorio nei rapporti con la pubblica amministrazione è chiaro che questo ritardo rappresenta un vulnus nella diffusione della rete digitale”, Gigli ha chiesto al ministro Madia “quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di agevolare la diffusione di questo importante canale di comunicazione soprattutto tra pubblica amministrazione ed operatori economici per realizzare quella modernizzazione della pubblica amministrazione perseguita dal Governo”.
Nel rispondere al parlamentare di Scelta Civica, Marianna Madia ha ricordato che “si debba essere consapevoli delle nuove potenzialità delle tecnologie”, tant’è che “il Governo sta puntando in particolare sulla diffusione del Sistema pubblico di identità digitale (Spid); è un sistema che, assegnando un codice identificativo unico al cittadino, consentirà a regime di accedere a tutti i servizi dell’amministrazione e di essere identificati con certezza nelle comunicazioni via Internet”. 
A giudizio del ministro, quindi, “la tecnologia si evolve rapidamente e le norme e le prassi amministrative – io credo che questo sia un punto importante – devono tenere il passo con le tecnologie. È per questa ragione che l’articolo 1 del disegno di legge di riforma della pubblica amministrazione, che sta per approdare in questa Camera, prevede, tra l’altro, la delegificazione di alcuni contenuti del codice dell’amministrazione digitale, in modo da poter adeguare per tempo e più rapidamente all’evoluzione tecnologica e l’attribuzione a ciascuna amministrazione, impresa o professionista, di un domicilio digitale non necessariamente coincidente con la Pec. Io credo che, in sede di esercizio di questa delega, si potrà affrontare anche il problema delle sanzioni per la violazione delle previsioni relative all’uso degli strumenti tecnologici e credo che questo intervento legislativo consentirà, quindi, sicuramente di valorizzare la Pec, sicuramente di correggere i difetti della disciplina, ma anche di utilizzare pienamente gli ulteriori strumenti offerti dalla tecnologia e, quindi, finalmente – ha concluso il ministro Madia – di abbattere le barriere che ancora separano la digitalizzazione nella pubblica amministrazione dalle migliori pratiche che, invece, possiamo ogni giorno vedere nel privato”.
Nella replica, Gigli, dichiarandosi soddisfatto della risposta, ha inoltre chiesto “se non sarebbe possibile, nell’attesa che queste previsioni, che riguardano alcune deleghe, vengano ad attuarsi, incrementare l’uso da parte della pubblica amministrazione della posta certificata nella corrispondenza con imprese e con professionisti, perché credo che questa sarebbe la chiave di volta maggiore per incoraggiare i professionisti stessi ad utilizzarla. Il resto – ha aggiunto – è sviluppo e va tutto bene, ma su questo, forse, uno sforzo in più per incrementarne l’uso dovremmo farlo, anche perché, purtroppo, il discorso è sempre il solito: noi facciamo meravigliose leggi, meravigliose cornici, dopodiché, se però l’uso non viene implementato e anche perseguito, eventualmente, laddove non fosse corrispondente alla legge il sottouso che viene fatto da parte di alcuni, alla fine, certamente, creiamo bei modelli, che non vengono, poi, ad essere utilizzati”. 
(giornalistitalia.it)

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