L’Usgci: “Forte potere discrezionale in capo all’Autorità Garante per l’Informazione”

San Marino, non convince la legge sulla stampa

UsgciSAN MARINO – L’Unione sammarinese giornalisti e fotoreporters, in previsione dell’esame di lunedì prossimo in “Commissione Consiliare Permanente Affari Esteri, Emigrazione ed Immigrazione, Sicurezza e Ordine Pubblico, Informazione” del Progetto di Legge su Editoria e Giornalismo, ha inviato una comunicazione a Segreteria di Stato e forze politiche per ribadire alcune considerazioni in merito a tale normativa.
“Nonostante alcune modifiche intervenute, anche a seguito di osservazioni elaborate nei mesi scorsi dalla nostra associazione, riteniamo infatti – è scritto nella nota – che gli emendamenti depositati in commissione dal Governo non siano sufficienti a rimuovere problematiche fondamentali”.
Per l’Unione sammarinese giornalisti e fotoreporters “permane, infatti, un forte potere discrezionale in capo all’Autorità Garante per l’Informazione, organo a maggioranza di nomina politica, a cui vengono assegnati compiti delicatissimi, tra cui l’applicazione delle sanzioni deontologiche. Tale organo potrebbe così risentire di un’eccessiva ingerenza da parte della politica, con il rischio di compromettere la libertà d’informazione e di stampa”.
L’Usgci ritiene, dunque, “imprescindibile che 
i provvedimenti disciplinari siano demandati ad un organo espresso dalla categoria, emanato direttamente dagli addetti ai lavori, senza influenze di tipo politico. Manca, inoltre, un sistema che garantisca davvero l’esercizio di quelle che sono le prerogative di base del giornalista, a partire dall’effettivo accesso alle fonti, alla garanzia della riservatezza delle fonti e dall’evitare 
che possa essere intimidito da minacce di querele o querele facili”.
A tal proposito, l’Unione sammarinese giornalisti e fotoreporters ritiene “fondamentale che tale normativa vada ad abrogare quelle norme che prevedono pene inaccettabili, come ad esempio il carcere per i giornalisti per eventuali reati connessi all’esercizio del proprio lavoro”. 
L’Usgci chiede, pertanto, di “apportare tali modifiche ad un provvedimento che avrà ripercussioni importanti su un settore fondamentale quale quello dell’editoria e dell’informazione e che riguarda anche un tassello fondamentale nello svolgimento della vita democratica del Paese”.

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