Piovono critiche sulla scelta di spostarlo a Milano. Intanto Torino si riorganizza

Salone del libro: “Aie spaccata, editori ipocriti”

Salone del libro TorinoROMA – I Davide contro i Golia dell’editoria per contestare la decisione di trasferire il Salone del Libro da Torino a Milano. “Il comunicato stampa diffuso dall’Associazione Italiana Editori è un concentrato di ipocrisie”, scrive Ezio Quarantelli, direttore di Lindau Edizioni, “indegno di una istituzione che dovrebbe rappresentare una voce importante della cultura italiana e non soltanto una consorteria di mercanti”.
Quarantenni, poi, un monito al ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini: “L’Aie non rappresenta più gli editori italiani. Ne rappresenta alcuni ma non tutti, come del resto ci ha ricordato la decisione della casa editrice E/O di lasciare l’Associazione”. Infine un appello “agli altri, quelli che non si sentono più rappresentati: prendano l’iniziativa e creino altre forme di presenza e collaborazione”.
Ci va giù pesante anche l’ex sindaco di Torino, Piero Fassino, intervenendo in consiglio comunale: “Nella vicenda del Salone del Libro l’Aie ha tenuto un comportamento molto scorretto”.
“Già nel mese di febbraio – ha ricordato Fassino – secondo quanto si legge su alcuni organi di stampa l’Aie avrebbe deciso di fare il salone a Milano senza averlo mai comunicato. E qualche bugia la dice anche qualcun altro: il dottor Mauri, a capo di un grande gruppo editoriale, avrebbe motivato la decisione dell’AIE con ‘la precarietà’ del Salone”.
L’ex primo cittadino di Torino ha quindi rimarcato che “è grazie al lavoro iniziato nel 2015 che i conti del Salone e la sua esposizione debitoria sono stati nel 2016 totalmente risanati e con l’ingresso in fondazione del Miur e della Fondazione San Paolo è stato allargato l’assetto societario”.
Per Fassino “Torino non può rinunciare ad essere la città del libro e sebbene questa vicenda abbia prodotto ‘una ferita’ nei rapporti con Milano, le due città sono complementari tra loro ed è necessario lavorare per costruire un’interdipendenza e non una divisione”.
Interviene, ovviamente, nella polemica anche il presidente dell’Associazione Italiana Editori, Federico Motta, che commenta in particolare la decisione di alcuni associati di andarsene dopo l’annuncio della collaborazione con Fiera Milano: “Dimissioni dall’Associazione? Siamo molto dispiaciuti. Si tratta di colleghi con cui abbiamo condiviso tante idee e attività, ma oggi danno un giudizio senza conoscere nei dettagli il progetto, pur avendo ricevuto prima due comunicazioni sul tema”.
“In una associazione sono i rappresentanti eletti dai soci che sono chiamati a prendere le decisioni – sottolinea Motta –. Aie tutela gli interessi degli editori, tutti, e gli interessi di tutti sono rappresentati negli organi elettivi. Con lo stesso metodo, sulla base del lavoro di una Commissione eletta dal Comitato di presidenza che rappresentava tutte le componenti, si è istruito il dossier presentato al Consiglio Generale che si è democraticamente espresso arrivando a questa decisione. Peccato, con il progetto Milano non si vuole far altro che replicare il modello di ‘Più libri più liberi’, la Fiera nazionale della piccola e media editoria che Aie organizza e sostiene da 15 anni proprio per valorizzare l’editoria indipendente, a cui partecipano editori soci e non soci, sentendosi a casa loro”.
Il presidente dell’Aie prende tempo: “A settembre sono previsti diversi momenti con i soci di ascolto e confronto sul progetto. L’invito è di aspettare quel momento per poter giudicare”. Aspetteremo.

TORINO NON STA A GUARDARE: “FAREMO IL NOSTRO SALONE DE LIBRO”

TORINO – Torino mette a punto la ricetta per il suo Salone del libro. Il progetto, accompagnato dal motto “seminiamo il cambiamento”, sarà pronto a settembre, ma si delineano i tratti fondamentali. La Fondazione per il libro – così ha deciso l’assemblea – modificherà lo Statuto per consentire l’ingresso nel consiglio di amministrazione dei nuovi soci Mibact, Miur, Intesa Sanpaolo e soprattutto degli editori, che in numero sempre maggiore stanno offrendo la disponibilità a essere coinvolti direttamente nella progettazione e organizzazione del nuovo Salone.
Martedì 2 agosto si riunirà il Comitato d’indirizzo, composto dai rappresentanti dei soci fondatori, per lavorare sul protocollo d’intesa che disegnerà nuovo Statuto e nuova mission della Fondazione.
“Da un momento di difficoltà possono nascere grandi idee e grandi opportunità. Sono convinto che saranno in tanti a coglierle”, afferma il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, che passa il testimone alla sindaca di Torino, Chiara Appendino, nuova presidente dell’Alto Comitato di Coordinamento che guiderà la Fondazione per il libro.
Al centro del progetto – al quale Intesa Sanpaolo ribadisce il suo sostegno – ci sono gli editori. I malumori tra i piccoli sono evidenti dopo la decisione dell’Aie di fare il suo Salone alla Fiera di Rho. Altri due editori, La Nuova Frontiera e O barra O, si sono dimessi dall’associazione, portando a dodici il numero totale, mentre circa novanta case dell’Odei (Osservatorio degli editori indipendenti) hanno scritto alla Fondazione per il Libro dichiarando la loro disponibilità a lavorare per l’organizzazione del Salone.
“Lanciamo un segnale di apertura al mondo editoriale per dare una risposta al malessere emerso nei giorni scorsi. Vogliamo iniziare un nuovo dialogo”, spiega l’assessore comunale alla Cultura, Francesca Leon.
“Nessuno può spostare il Salone internazionale del libro da Torino a Milano, neppure i grandi editori. Chiunque è libero di organizzare una manifestazione sul libro, anche Milano, ma Salone e Fiera del libro sono proprietà della Fondazione e non si possono usare”, avverte Mercedes Bresso, deputata al Parlamento europeo per il Gruppo S&D ed ex presidente della Regione Piemonte.
Il progetto per il trentesimo Salone del libro di Torino, che si terrà al Lingotto dal 18 al 22 maggio, è in fase di elaborazione: sarà una manifestazione fieristica e di grande festival culturale, accentuerà l’attenzione alle startup, alle nuove forme di editoria e di lettura e la sua connotazione nazionale e internazionale con il coinvolgimento di tutte le categorie della filiera del libro, editori, librai, biblioteche, lettori, scrittori, creativi, la rete nazionale delle Città del Libro e i progetti formativi avanzati promossi dal Miur. (Amalia Angotti – Ansa)

 

 

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