Già vice, prende il posto di Giorgio Mulè che annuncia: “Lascio il giornalismo attivo”

Raffaele Leone è il nuovo direttore di Panorama

Raffaele Leone

Raffaele Leone

MILANO – Dal primo febbraio 2018 Raffaele Leone – informa una nota di Mondadori – sarà il nuovo direttore responsabile di Panorama. Leone, 57 anni, nato a Catania, ha iniziato l’attività professionale al quotidiano La Sicilia, occupandosi di cronaca. Successivamente entra nella redazione del quotidiano l’Indipendente, per poi passare nel 1994 a Il Giornale dove è stato, tra l’altro, capocronista e responsabile della redazione romana fino a diventare caporedattore centrale. Nel 2006 viene nominato vice direttore di Grazia.
Dal 2007 è vice direttore di Panorama, di cui assume la carica di vice direttore esecutivo nel 2009.
Il Gruppo Mondadori “rivolge a Giorgio Mulè – che ha deciso di intraprendere un nuovo percorso personale – i ringraziamenti più sinceri per la passione, l’entusiasmo, la grande professionalità e lo spirito di innovazione con cui ha lavorato per 20 anni a Segrate”. (ansa)

IL LUNGO POST SU FACEBOOK DI GIORGIO MULÈ: «LASCIO IL GIORNALISMO ATTIVO»

Giorgio Mulè

Giorgio Mulè

Ho appena annunciato alla mia redazione le dimissioni da direttore di Panorama e dalla Mondadori. Giunge al termine un viaggio iniziato trent’anni fa: con le dimissioni dalla Mondadori lascio il giornalismo attivo che ho svolto nei quotidiani, nei settimanali e in televisione. Di quel che farò parleremo nei prossimi giorni. Oggi mi piace condividere quello che ho scritto ai miei ragazzi.
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So già che non riuscirei a sostenere lo sguardo di molti di voi, so già che la commozione avrebbe il sopravvento e non riuscirei a completare il mio discorso ove lo facessi a braccio. Affido dunque a mia sorella scrittura quello che sento di dirvi.
C’è una parola tra milioni di altre che si fa largo tra una tempesta di emozioni ed esce immediatamente fuori. Questa parola è: grazie.
E sarebbe inutile elencare il perché di questo grazie. Bisognerebbe declinarla centinaia o migliaia di volte e cucirla addosso a ognuno di voi per quello che mi avete dato.
C’è un’altra parola che senza sgomitare mi arriva subito dopo ed è altrettanto semplice e diretta: scusate. E sarebbe qui davvero infinito avventurarsi nella declinazione perché dovrei fare un elenco sterminato. E siccome c’è un giornale da mandare in edicola eviterei di fare l’alba. Immaginate un grande, enorme “scusate”: ecco, è tutto lì.
Oggi non lascio soltanto la direzione di Panorama e la Mondadori: lascio il giornalismo attivo, scrivo la parola fine a un sogno iniziato poco meno di quarant’anni fa in una sperduta terra di Sicilia e che mai avrei immaginato di sognare così. È proprio vero: penso, anzi sono sicuro, che un sogno così non ritorni mai più…
La vita mi ha dato molto di più di quello che meritavo.
Ho accompagnato questo sogno con un impegno totale e assoluto, con un rispetto sacro. L’ho fatto sempre e ovunque sono stato chiamato a svolgere il mio mestiere. Ho avuto delusioni, anche cocenti. Sono servite, eccome, anche quelle.
Non ho servito mai un padrone, mi sono genuflesso solo ai miei principi, ai miei valori e alle mie idee. Ho potuto farlo in assoluta libertà perché ho avuto la fortuna, rara, di avere fin dal 1992 un editore ed è la famiglia Berlusconi. Nelle diverse esperienze prima al Giornale, poi in Mondadori e a Mediaset ho avuto come editori Silvio e il fratello Paolo, Marina e Pier Silvio Berlusconi: voglio dare atto e ringraziare ognuno di loro per aver sempre rispettato nel profondo i diversi ruoli, nell’avermi dato e rinnovato fiducia, nell’avermi difeso quando in nome della difesa di quei principi e valori sono stato attaccato.
Non ricorderò gli scoop e le soddisfazioni, i record e i traguardi che mi riguardano. Porterò sempre con me le lacrime dei ragazzi, molti oramai affermati professionisti, che sono riuscito ad avviare a questo lavoro: sono pazzescamente orgoglioso nel sapere che alcuni di loro hanno realizzato quel mio stesso sogno anche grazie a me.
La Mondadori è stata la mia casa per vent’anni, perché anche nella parentesi televisiva ho sempre sentito questo palazzo come la mia casa. Con alcuni di voi ci conosciamo quindi da vent’anni. Ricordo il mio arrivo qui a Segrate nel 1998, molti capelli e molte rughe fa. Siamo invecchiati insieme e non posso non ricordare tutti i compagni di viaggio che si sono fermati durante il tragitto. Mi vengono in mente alcuni nomi: Pino, Donatella, Francesca, Sandro, Marco.
Abbiamo sorriso insieme, ci siamo sbellicati dalle risate, abbiamo discusso e litigato, abbiamo pianto e ci siamo mandati a quel paese.
Siccome le dodici ore che trascorrevo qui non erano sufficienti ci siamo inventati quel prodigio che è Panorama d’Italia: le mie badanti, da Annalisa a Martina da Sara a Sergio da Maurizio a Anna da Andrea a Matteo, hanno ben visibili le cicatrici frutto di una convivenza h24 (perché anche la notte si lavorava e si parlava e parlava…). Ove mai dovesse essere eretto un monumento alla pazienza e alla sopportazione tutti loro sarebbero i naturali candidati. Dio come mi sono divertito e nessun grazie potrà mai bastare.
C’è qui una persona che ha condiviso con me un tratto di strada più lungo rispetto agli altri ed è Raffaele, anzi il Direttore Raffaele Leone. Con lui oramai siamo prossimi alle nozze d’argento. Ci siamo incrociati e passati il testimone già varie volte. Fu lui a insegnarmi l’arte del capocronista, fu lui a guidarmi alla redazione romana del Giornale ed è stato lui il più leale amico e collega nella traversata di Panorama. Lo è stato soprattutto quando, e vi assicuro non raramente, mi ha aperto gli occhi per evitare che sbagliassi. A Raffaele passo ancora una volta il testimone e nulla mi fa essere più contento di questo.
Non vi aspettano tempi facili, lo sapete. Il mondo dell’editoria vive stravolgimenti continui e ci condanna a non poter immaginare un futuro lontano: si lotta giorno per giorno, si ridefiniscono obiettivi e priorità di continuo. L’originalità, l’autorevolezza, la caparbietà e l’ingegno fanno e faranno la differenza tra chi resiste e chi soccombe.
Io ho deciso di scendere adesso: sto per compiere 50 anni e, per quanto sia stata meravigliosa, questa corsa lunga trent’anni mi ha segnato. Che cosa farò? Lo vedrò in queste ore, in questi giorni. Quale che sia la decisione, sarà certamente quella di un uomo autenticamente libero. Ed è con questo augurio, quello di vivere una vita da uomini liberi che vi saluto. Grazie a tutti e scusatemi per tutto.

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