In manette l’imprenditore Antonio Vadalà, il fratello Bruno e il cugino Pietro Catroppa

Omicidio Kuciak: arrestati tre italiani

Jan Kuciak e la fidanzata Martina Kusnirova

BRATISLAVA (Slovacchia) – L’imprenditore italiano Antonino Vadalà è stato arrestato dalla polizia slovacca, che indaga sulla morte del giornalista ucciso, Jan Kuciak. Lo scrive il quotidiano locale Korzar. Secondo i media, stamattina la polizia ha fatto irruzione negli appartamenti dell’imprenditore, a Michalovce e a Trebisov, nell’est del Paese. Insieme a lui sono stati arrestati anche il fratello Bruno e il cugino, Pietro Catroppa. Della famiglia Vadalà e dei presunti legami con la ’ndrangheta ha scritto Kuciak nel reportage pubblicato ieri dal suo giornale (e ripreso da altre testate slovacche, ndr).
Nel corso delle perquisizioni domiciliari sono state arrestate una decina di persone, ha detto ai media il presidente della polizia slovacca Tibor Gaspar. La pista principale delle indagini è la criminalità organizzata, ha anche spiegato.
«Dello sviluppo dell’inchiesta informeremo nel corso della giornata», ha riferito all’agenzia Tasr, Martin Waldl, del presidio della polizia. Kuciak, trovato ucciso nel suo appartamento insieme alla ragazza la settimana scorsa, aveva scritto su quattro famiglie calabresi, ritenute dell’orbita ‘ndranghetista – Vadalà, Cinnante, Rodà e Catroppa – che nell’Est della Slovacchia svolgono attività imprenditoriali soprattutto nell’agricoltura.
Il reporter aveva inoltre rivelato i legami dell’imprenditore Antonino Vadalà con l’assistente del premier Robert Fico, Maria Troskova, e il segretario del consiglio di sicurezza, Vilian Jasan. Entrambi hanno fatto un passo indietro ieri, fino alla fine delle indagini. (ansa)

GRATTERI: «È OVVIO CHE LA ’NDRANGHETA SIA CAPACE DI FARE QUESTE COSE»

Nicola Gratteri (foto Giornalisti Italia)

Nicola Gratteri (foto Giornalisti Italia)

«È verosimile che dietro l’omicidio ci siano le famiglie calabresi. È ovvio che la ’ndrangheta sia capace di fare queste cose», ha commentato Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro, ai microfoni di “6 su Radio 1”.
«La ’ndrangheta – ha aggiunto il procuratore da sempre impegnato nella lotta ad una delle mafie più potenti al mondo – è radicata, non infiltrata, non solo in tutta Italia ma anche nei Paesi europei come Germania, Svizzera ma anche nell’est europeo, oltre che in Slovacchia anche in Bulgaria e in Romania. La ‘ndrangheta si sta estendendo verso l’Est. Va dove c’è da gestire potere e denaro e dove ci sono da gestire opportunità. Le mafie stanno acquistando latifondi per piantare vigneti, per piantare colture, il cui fine è quello di arrivare ai contributi europei. Un fenomeno che accade in Italia ma anche fuori. Il dramma è che l’Europa non è attrezzata sul piano normativo a contrastare le mafie, in particolare la ’ndrangheta. In Europa da decenni non c’è la percezione dell’esistenza della mafia, prova ne è che gli Stati europei non vogliono attrezzarsi sul piano normativo come l’Italia. Ancora stanno discutendo se inserire nel loro ordinamento l’associazione a delinquere di stampo mafioso». (giornalistitalia.it)

LEGGI L’ARTICOLO DI JAN KUCIAK PUBBLICATO IERI:
https://www.occrp.org/en/amurderedjournalistslastinvestigation/the-model-the-mafia-and-the-murderers

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