Il presidente del Gruppo Adnkronos propone gli Stati generali per invertire la crisi

Marra bacchetta la Fieg “silente” sulle agenzie

Giuseppe Marra

Giuseppe Marra

ROMA – “Concordo pienamente sulle riflessioni del presidente Costa riguardo il sistema dell’editoria professionale”, ma devo anche evidenziare con amarezza che “quando vi è stata l’occasione di proporre concretamente all’attenzione dell’opinione pubblica e del Dipartimento per l’editoria, i concetti perfettamente espressi dal presidente Costa, la Fieg è rimasta sostanzialmente silente”. Pippo Marra, presidente del Gruppo Adnkronos, commenta così l’intervista del presidente della Fieg, Maurizio Costa, pubblicata oggi sul quotidiano Il Sole 24 Ore a firma del giornalista Andrea Biondi.
Marra ricorda, infatti, che “qualità e profondità dei contenuti, così come la verifica e certificazione delle notizie, sono alla base di un qualsiasi piano editoriale o modello di business che voglia in qualche modo disegnare una via d’uscita alla crisi di settore che ormai dura da un decennio.
Il giornalista editore del Gruppo Adnkronos sottolinea che “oggi ci troviamo di fronte ad una gara per i servizi di informazione primaria bandita dal Dipartimento per l’editoria con una superficialità incomprensibile che, sorvolando su tutte le altre non secondarie osservazioni di carattere giuridico riguardo il pluralismo dell’informazione, non tiene in alcun conto né della qualità del servizio offerto né della centralità del lettore. Una strada, o forse sarebbe meglio definirla una deriva, questa, che porterà necessariamente ad un tale depauperamento della professione giornalistica che rischia di travolgere, nel medio periodo, l’intero sistema editoriale”.
“Quando le notizie – tuona Pippo Marra – si contano semplicemente senza valutarne la qualità ma solo la quantità, senza rispettare il lavoro del giornalista che ne sta alla base ed è garanzia per il lettore, si intraprende un percorso che è necessario interrompere e risanare. Credo che sia giunto il momento ed è questo l’appello che faccio alla Fieg ed alle altre maggiori agenzie per concordare tempi e modi per l’organizzazione di una sorta di Stati generali delle Agenzie di Stampa. Potrebbe essere un momento di confronto utile per tentare di immaginare un modello di business e delle regole di sistema che possano contribuire ad invertire la crisi dell’informazione di qualità che stiamo vivendo in quest’ultimo decennio”. (giornalistitalia.it)

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