Il Gip di Caltanissetta convalida il sequestro dei beni del magistrato e di altri 6 indagati

Mafia, caso Saguto: vantaggi anche da giornalisti

Silvana Saguto

Silvana Saguto

CALTANISSETTA –  Il Gip di Caltanissetta Maria Carmela Giannazzo ha convalidato il sequestro dei beni a carico dell’ex presidente della sezione Misure di prevenzione di Palermo, Silvana Saguto. La richiesta era stata avanzata dalla Procura nissena nei confronti del magistrato e di altri sei indagati tra togati e amministratori giudiziari. Un sequestro da 900 mila euro. Rispondono di corruzione, concussione, peculato, truffa aggravata e riciclaggio, in relazione all’anomala gestione dei beni sottratti alla mafia.
L’inchiesta è condotta dal procuratore Amedeo Bertone e dai sostituti Cristina Lucchini, Lia Sava e Gabriele Paci. Gli indagati, potranno impugnare il provvedimento del Gip dinanzi al Tribunale del Riesame. Il provvedimento era stato disposto in via d’urgenza il 20 ottobre “per il pericolo concreto e attuale di dispersione dei patrimoni illecitamente accumulati”. Venti complessivamente gli indagati nell’inchiesta nissena. Secondo l’accusa, “legati a vincoli associativi”, sfruttando le loro qualifiche e i ruoli ricoperti nell’ambito di procedure di prevenzione, e facendo perno sul sistema della gestione dei patrimoni in sequestro e sul procedimento di liquidazione dei compensi per le attività di amministrazione giudiziaria, “erano riusciti a strutturare l’attività della Sezione Misure di prevenzione e la gestione dei patrimoni in sequestro secondo modelli organizzativi criminosi, e a creare un sistema di arricchimento illecito improntato a criteri familistici e clientelari”.
Come descritto da un amministratore giudiziario – persona lesa del delitto di concussione, Silvana Saguto “intratteneva rapporti esclusivi con le persone che le interessavano”, secondo un modulo “a margherita, ossia senza vi fosse alcuna interferenza tra i rapporti che facevano capo a lei”, rapporti che la vedevano al centro, e da cui si dipartivano “petali” e “raggi”, non comunicanti tra loro, rappresentati da professionisti, amministratori giudiziari, colleghi, cancellieri, ufficiali di polizia giudiziaria, rappresentanti del mondo universitario e giornalisti, “dai quali traeva vantaggi e utilità di varia natura”. (Agi)

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