Bocciata la richiesta di revoca in autotutela della riammissione dell’ex agente Betulla

L’Odg lombardo: “Il caso Farina è chiuso”

Renato Farina

Renato Farina

Odg Lombardia

MILANO – Con una votazione a maggioranza (due favorevoli, quattro contrari e un astenuto, due consiglieri assenti), il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia ha bocciato la riapertura del caso relativo all’ex vicedirettore del quotidiano Libero, Renato Farina. Lo comunicano tre consiglieri dell’Odg lombardo.
La richiesta era stata avanzata in seguito alle dimissioni per protesta contro la riammissione di Farina all’Albo dei giornalisti professionisti di tre consiglieri del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti (Anna Bandettini, Carlo Bonini e Pietro Suber – ndr) e di fronte alla richiesta esplicita di riesame della pratica da parte di quattro Ordini regionali (su venti, ndr).
Secondo quanto riferiscono i tre consiglieri, giovedì sera il Consiglio dell’Ordine della Lombardia, dopo due mesi di rinvii, ha votato la proposta di delibera in cui si chiedeva la revoca “in autotutela” della delibera assunta il 3 settembre scorso e il rinvio della pratica all’Ordine nazionale perché potesse deliberare sulla domanda di riammissione.
Renato Farina era stato radiato dallo stesso Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti un anno dopo la condanna a sei mesi di reclusione in seguito al patteggiamento. La Corte di Cassazione ha, poi, annullato il provvedimento, poiché Farina si era dimesso dall’Ordine. Passati i cinque anni, Farina ha, comunque, chiesto la riammissione.
In una dichiarazione, fatta mettere a verbale dai tre consiglieri che hanno avanzato la proposta, è scritto che la riapertura del caso si rende necessaria non solo “per la richiesta avanzata da più parti dai colleghi”, ma anche perché “il caso Farina costituisce un precedente importante nella valutazione – sotto il profilo deontologico – di un iscritto che dopo essere stato radiato chiede la riammissione all’albo. Vuoi perché si tratta di un caso mai accaduto in passato, vuoi perché dal punto di vista procedurale la normativa non è chiara. Motivo per cui un riesame da parte dell’Ordine nazionale non potrà che fare ulteriormente chiarezza nel caso in futuro si presentino episodi simili”. (Ansa)

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