I terroristi di Al-Shabad, entrati in casa per ammazzarlo, hanno ucciso suo fratello

L’Ifj protegge la vita del giornalista Omar Wadere

Il giornalista somalo Omar Wadere nella sede dell’Ifj a Bruxelles

Il giornalista somalo Omar Wadere nella sede dell’Ifj a Bruxelles

BRUXELLES (Belgio) – A salvargli la vita è stata sua moglie, che ha sbarrato la porta della loro casa a due sconosciuti che volevano ucciderlo; a sostenere la sua protezione è l’Ifj, la Federazione internazionale dei giornalisti presieduta da Jim Boumelha, coadiuvato dal segretario generale Beth Costa, della quale Franco Siddi è componente del Comitato Esecutivo e da anni è impegnato in importanti opere di mediazione internazionale per la tutela dei giornalisti.
Parliamo del giornalista somalo Omar Mohamud Wadere, in Belgio dopo essere sopravvissuto all’attentato pianificato dal gruppo insurrezionalista islamista somalo Al-Shabab, che non gli perdona la pubblicazione di un articolo su un attacco al Ministero della Pubblica Istruzione costato la vita a numerose persone.
Cronista di Radio Risaala, a Mogadiscio, Wadere ha il volto pulito di un bambino, ma la tenacia di un combattente per il quale il giornalismo ha una sola declinazione: raccontare la verità soprattutto in un Paese, la Somalia, nel quale la vita di un uomo viene considerata nulla.
Iscritto al Sindacato dei giornalisti somali Nusoj, presieduto da Burhaan Ahmed Daahir e affiliato all’Ifj, Omar Wadere era sicuro che i sicari della cellula somala di Al Qaida, che negli ultimi tempi gli avevano inviato numerose minacce di morte, presto si sarebbero fatti vivi.
Nell’aprile scorso, infatti, i militanti del gruppo terroristico si sono presentati alla sua porta, ma fortunatamente la moglie, capite le loro intenzioni, non aveva aperto consentendo al marito di scappare da un’uscita secondaria pochi istanti prima dell’irruzione dei sicari nell’appartamento. Il giornalista è riuscito a mettersi in salvo in casa di uno zio, ma durante il suo inseguimento i killer hanno esploso diversi colpi di pistola colpendo un suo fratello minore che, dopo una breve agonia, è morto la notte stessa in ospedale.
Nella sua disperata corsa verso la salvezza, Omar Wadere è stato accolto dalla Federazione internazionale dei giornalisti che, assieme al sindacato somalo Nusoj ed altre organizzazioni impegnate nella difesa della libertà di stampa, sostiene la sua domanda di protezione. (giornalistitalia.it)

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