Il quotidiano di Vittorio Feltri e Pietro Senaldi replica agli hacker di AnonPlus

Libero: “Non riusciranno a zittirci”

Pietro Senaldi, direttore responsabile di Libero

Pietro Senaldi, direttore responsabile di Libero

MILANO – «Ci vogliono zittire, ma non ci riusciranno». Libero, il quotidiano di Vittorio Feltri, commenta così l’attacco hacker che, l’altra notte, ha oscurato il sito del giornale, Liberoquotidiano.it, per un giorno intero. Il direttore responsabile Pietro Senaldi è andato oltre: «Questa è la mia faccia e questo è il mio nome, Pietro Senaldi. Tu, invece, ti nascondi dietro questo simbolo qua» ha esordito in un video messaggio pubblicato sul sito, rispondendo agli hacker di AnonPlus.
«Abbi il coraggio di mostrarti, di uscire allo scoperto. Se vuoi – ha aggiunto Senaldi – ti aspettiamo in redazione per un dibattito veramente democratico, confrontati da pari a pari invece di colpire, scappare e sghignazzare. So che cercherai di oscurarci nuovamente e forse ce la farai, ma noi continueremo a risorgere e continuare la realtà che ci circonda. Che, purtroppo, fa schifo».
Libero punta, dunque, il dito contro “anonplus” mostrando la fotografia che rappresenta una sorta di rivendicazione sul suo account Twitter.
«L’attacco – denuncia il direttore responsabile di Libero – è l’ultimo atto della campagna d’odio che si è scatenata contro il nostro quotidiano in seguito al titolo “Dopo la miseria portano le malattie”, relativo al caso della bimba morta di malaria a Trento. Un fatto che il nostro quotidiano ha legato all’emergenza migratoria e al ritorno di morbi e malattie scomparse. Abbiamo raccontato la verità, insomma, e qualcuno (Ordine dei giornalisti, colleghi, “tromboni” e ora anche gli hacker) ha provato a zittirci (attaccando anche il nostro direttore, Vittorio Feltri, per quanto detto in un intervento a La Zanzara di Radio 24). Ma siamo ancora qui».
Libero sostiene che «le polemiche di questi giorni su immigrati e malaria, aizzate da alcune associazioni umanitarie e blog di giornalisti, i quali hanno preannunciato denunce in procura accusando Libero e Il Tempo di reati gravissimi» e respinge, quindi, le accuse, ricordando che entrambi i quotidiani hanno dimostrato come «la connessione tra immigrati e malaria sia certificata da una circolare datata dicembre 2016 del Ministero della Salute». (giornalistitalia.it)

I commenti sono chiusi.