Niente firme ad oltranza e astensione dal lavoro per bloccare l’uscita del settimanale

L’Espresso venduto: giornalisti in sciopero

ROMA – Sciopero a oltranza delle firme, sia sul settimanale cartaceo che nell’edizione online, e astensione dal lavoro per impedire l’uscita in edicola del prossimo numero del settimanale l’Espresso. Questa la risposta dell’assemblea dei giornalisti al Gruppo Gedi che ha annunciato oggi la vendita del giornale e delle Guide dell’Espresso alla neocostituita società l’Espresso Media srl di proprietà per il 51% a BFC Media e per il 49% della IDI srl di Danilo Iervolino.
Nel chiedere «un incontro urgente con i rappresentanti dei due soggetti giuridici che da oggi avranno competenza sulla pubblicazione della testata», il Comitato di redazione denuncia che «dopo mesi di smentite e astratte rassicurazioni, il gruppo Gedi annuncia, infine, la vendita dell’Espresso. L’offerta che appena tre giorni fa “non era ancora stata formalizzata” e doveva per questo essere prima valutata, è invece stata formalizzata e accettata in tempi record. Si demolisce il castello eretto nei mesi scorsi dai vertici del Gruppo Gedi, che così confermano la propria serietà e affidabilità. La stessa che ha portato nell’ultima settimana alle dimissioni del precedente direttore, arrecando un ulteriore pesantissimo danno d’immagine alla testata».

John Elkann

La redazione dell’Espresso esprime «grande preoccupazione per il futuro di un giornale che ha fatto delle inchieste e delle battaglia politiche, civili e culturali la propria ragion d’essere ed entra in un gruppo editoriale che finora si è concentrato su altri settori dell’informazione».
La redazione esprime, inoltre, la propria «ferma protesta per i modi in cui la trattativa sulla cessione della testata è stata condotta, e per il risultato finale di un negoziato che per mesi metterà l’Espresso in una situazione che non ha precedenti nella storia dell’editoria italiana, di fatto una co-gestione sospesa tra due proprietà. Una vecchia proprietà che ha affermato la “non strategicità” della testata e un’altra società promessa acquirente di cui al momento non è dato sapere che tipo di obiettivi si pone per il giornale. Una situazione che rende impossibile il sereno lavoro dell’intero corpo redazionale». (giornalistitalia.it)

 

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