Il nuovo direttore spiega i motivi che l’hanno spinto a dire di sì a John Elkann

L’Espresso, Abbate e il perché di una scelta

Lirio Abbate

ROMA – «È per una scelta di responsabilità che ho accettato l’incarico di direttore de L’Espresso. Per senso del dovere e di rispetto nei confronti del gruppo di lavoro di cui mi onoro di fare parte da tredici anni». Lirio Abbate motiva, così, la sua decisione di accettare la direzione responsabile del settimanale dopo le dimissioni immediate del direttore Marco Damilano non reso partecipe della «decisione scellerata» della Gedi di John Elkann di vendere il giornale.

John Elkann

«Mai avrei pensato – scrive Abbate nel suo editoriale – che tutto ciò avvenisse in queste condizioni, dopo le dimissioni del mio amico Marco Damilano che ringrazio per tutto quello che ha fatto in questi anni di direzione. Occorreva adesso dare seguito e continuità al lavoro svolto fino ad ora. Per rispetto alla redazione, ai poligrafici e ai collaboratori. Ma soprattutto ai lettori. Prendo il timone di una nave che si muove in un mare in tempesta, ma non è nel mio dna sottrarmi davanti alle sfide e alle situazioni difficili e non lo farò nemmeno questa volta».
«L’Espresso – afferma Abbate – si è sempre caratterizzato per le inchieste, che lasciano il segno, disturbano i potenti, ledono interessi consolidati. È il connotato tipico di questo giornale con le sue rivelazioni taglienti, intese come assolvimento d’un compito civile. E questo voglio continuare a fare. Puntando sulla difesa di chi è più debole, proseguendo la battaglia sui diritti, e contro la corruzione e il malaffare. Perché “la stampa serve chi è governato e non chi governa”. L’obiettivo è quindi di conservare e rafforzare la dignità originaria de L’Espresso». (giornalistitalia.it)

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