Lo scoop del presidente della Regione Siciliana Crocetta: “Che strano furto…”

Ladri in casa del giornalista Paolo Borrometi

Paolo Borrometi

Paolo Borrometi

ROMA – “Certo che è un furto molto strano quello che è accaduto nell’appartamento romano di Paolo Borrometi, dei ladri entrano in casa e le sole cose che portano via sono l’hard disk di un computer e le carte relative alle numerose inchieste sulla mafia svolte da Paolo in questi anni”. Questa volta lo scoop non è di un giornalista, ma del presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta (seguito un’ora dopo dal presidente del Senato Pietro Grasso), il quale sottolinea “che la cosa poi avvenga a Roma è ancora più inquietante”.
“Paolo – afferma Crocetta – è dovuto andare via dalla Sicilia per le sue inchieste giornalistiche sulla mafia e si ritrova a vivere gli stessi problemi, in passato è stato anche aggredito, con gli attacchi di una mafia che non si vuole rassegnare, che non accetta che sui giornali si possa scrivere la verità. La mia – aggiunge il presidente della Regione Siciliana – non è solo solidarietà. Sono stato tra i primi in Sicilia a manifestargli la mia vicinanza quando tutti lo ignoravano e ignoravano i pericoli che correva questo giovane che ha fatto del giornalismo una scelta di impegno, quando ancora non aveva la scorta. Esprimo oggi la mia preoccupazione che gli possa accadere qualcosa di grave.

Rosario Crocetta

Rosario Crocetta

Sono con Paolo e con quanti ogni giorno fanno il proprio dovere. Voglio dire a Paolo che siamo con lui e che la solidarietà dei siciliani onesti non gli mancherà mai”.
Paolo Borrometi è direttore del giornale online “La Spia” ed ha un contratto di collaborazione coordinata e continuativa con l’Agenzia Italia. Tra le sue inchieste, quelle dei traffici illeciti al mercato ortofrutticolo di Vittoria, dello scioglimento per mafia del Comune di Scicli e del racket delle agenzie funebri.
Nell’aprile scorso il Tribunale di Ragusa ha condannato il pregiudicato vittoriese Giambattista Ventura a un anno e otto mesi di reclusione per concorso in tentativo di violenza privata per le minacce al giornalista siciliano. Al processo si sono costituti parte civile la Fnsi, l’Ordine dei giornalisti e il Comune di Vittoria. (giornalistitalia.it)

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