Paolo Virzì è il miglior regista del 2016 per il sindacato giornalisti cinematografici

La pazza gioia conquista i Nastri d’Argento

Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti ne “La pazza gioia”

Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti ne “La pazza gioia”

TAORMINA (Messina) – “Perfetti sconosciuti”, commedia dell‘anno, “Lo chiamavano Jeeg Robot” miglior esordio e, a due anni dai premi per “Il capitale umano” è ancora una volta Paolo Virzì con “La pazza gioia” il regista del miglior film ai Nastri d’Argento che premia anche le sue attrici, Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, la sceneggiatura scritta dal regista con Francesca Archibugi e i costumi di Catia Dottori.
Stefano Accorsi ottiene il Nastro come miglior attore protagonista per Veloce come il vento. Questo solo parte del Palmares della 70/ma edizione dei Nastri d’Argento, i premi del Sindacato Giornalisti Cinematografici che verranno consegnati stasera al Teatro Antico, una cerimonia, con madrina Matilde Gioli, che andrà in onda su Raiuno il 23 luglio e anticipata il 6 da uno speciale su Rai Movie.
Tra gli altri premi, Jeeg Robot vince anche con il miglior attore non protagonista, Luca Marinelli. Greta Scarano è migliore attrice non protagonista per Suburra. “Perfetti sconosciuti” vince con la canzone, interpretata da Fiorella Mannoia e, soprattutto, con il premio ai sette protagonisti del film, il Nastro collettivo che va a Anna Foglietta, Alba Rohrwacher, Kasia Smutniak, Giuseppe Battiston, Edoardo Leo, Marco Giallini e Valerio Mastandrea. Come già annunciato “Non essere cattivo” è il film dell’anno, mentre “Veloce come il vento” con Matilda De Angelis, Premio Guglielmo Biraghi e Nastro per il montaggio a Gianni Vezzosi. Miglior soggetto dell’anno quello di “Io e lei” (Ivan Cotroneo, Francesca Marciano e Maria Sole Tognazzi).
Pietro Valsecchi, vince il Nastro come miglior produttore per “Chiamatemi Francesco”, “Quo vado” e il contributo con il quale ha sostenuto Non essere cattivo. Suburra è premiato anche per la scenografia di Paki Meduri, vincitore anche per Alaska di Claudio Cupellini. Tra i premi tecnici ottiene altri riconoscimenti il film di Caligari Non essere cattivo, che vince il Nastro anche per il sonoro in presa diretta di Angelo Bonanni e per la fotografia di Maurizio Calvesi, premiato anche per Le confessioni di Roberto Andò.
Sono state in tutto 48 le opere prime e 42 le commedie in selezione (a titolo di curiosità, 13 sono state firmate quest’anno da registi esordienti) in quest’edizione che si conclude con un palmarès particolarmente ricco di attori: oltre ai Nastri votati da 100 giornalisti è andato infatti a Carlo Verdone e Antonio Albanese il “Premio Manfredi” condiviso con la famiglia di Nino e in particolare con la moglie Erminia.
Il Nastro europeo – dopo quello internazionale consegnato a Roma, mesi fa, a Kevin Costner – premia Juliette Binoche per “L’attesa” di Piero Messina. Il Sindacato ha anche deciso di assegnare alcuni “Nastri dei 70 anni”, un premio che va quest’anno, con diverse motivazioni, a Giuseppe Fiorello e Massimo Popolizio (Paolo Borsellino e Giovanni Falcone in Era d’estate di Fiorella Infascelli), a Leo Gullotta che condivide il suo compleanno con i Nastri e lo riceve nel trentennale del premio a Giuseppe Tornatore per il suo film d’esordio “Il camorrista”. E un premio per il particolare impegno rispettivamente sul tema dei diritti civili e sul “caso Eternit” va, ancora, a Sabrina Ferilli (con Io e lei oltre la qualità dell’interpretazione un’autentica militanza prima della legge Cirinnà) e Marco D’Amore (Un posto sicuro). Temperini ha raccolto il voto online attraverso uno specifico indirizzo mail indicato sulla scheda di voto. (Ansa)

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