Odg e Fnsi sul caso Nuzzi e Fittipaldi, a giudizio in Vaticano

“I giornalisti non sono custodi dei segreti”

I libri “incriminati” di Nuzzi e Fittipaldi

I libri “incriminati” di Nuzzi e Fittipaldi

ROMA – Domani i due giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emilio Fittipaldi dovranno presentarsi davanti ai giudici del Vaticano per la prima udienza del processo a loro carico. Sono stati rinviati a giudizio per avere divulgato, secondo l’accusa, notizie e documenti ritenuti riservati, reato previsto dall’articolo 116 bis del Codice Penale Vaticano.
Nuzzi e Fittipaldi sono gli autori dei libri “Via Crucis” e “Avarizia”.
L’Ordine nazionale dei Giornalisti, attraverso un comunicato del Comitato Esecutivo, ricorda che i suoi iscritti, “attenendosi alla verità sostanziale dei fatti, devono dare notizie e non essere custodi dei segreti”.

LORUSSO (FNSI): “NUZZI E FITTIPALDI HANNO FATTO SOLO IL LORO DOVERE” 

“I bavagli e le censure non ci piacciono. Vanno combattuti a tutte le latitudini. E condannati anche quando a imporli sono Stati esteri. L’accusa di pubblicazione di notizie riservate, da cui due giornalisti italiani, Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi, dovranno difendersi a partire da domani davanti al Tribunale della Città del Vaticano non è degna di un Paese civile”. Lo afferma Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi.
“Con le loro pubblicazioni – osserva Lorusso – Fittipaldi e Nuzzi hanno fatto soltanto il loro dovere, ossia informare l’opinione pubblica, non soltanto italiana, di trame di potere e di traffici poco leciti che hanno coinvolto anche alcuni esponenti della gerarchia ecclesiastica. È paradossale che venga contestata ai giornalisti la pubblicazione di notizie, anche se riservate o coperte da segreto, soprattutto quando c’è un interesse dell’opinione pubblica a conoscere determinati fatti. In questo, come in altri casi, erano altri – e non i giornalisti – che avrebbero dovuto custodire i segreti. È pertanto auspicabile che i giudici vaticani tengano conto di questo aspetto e che, pur non essendo lo Stato Vaticano membro del Consiglio d’Europa, si rifacciano ai principi in tema di libertà di stampa e di tutela delle fonti dei giornalisti sanciti dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo.
Quei principi hanno infatti natura generale e possono ritenersi vincolanti per tutta la comunità internazionale, a prescindere dall’adesione alle Convenzioni. Sarebbe grave e inspiegabile un diverso orientamento della giustizia vaticana. Non vorremmo, infatti, che Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi, ai quali va il sostegno e la solidarietà del sindacato dei giornalisti italiani, diventassero gli agnelli sacrificali per coprire i veri responsabili della vicenda. Che, evidentemente, sono dentro le mura vaticane”.

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