Il Sindacato dei giornalisti chiede alla Procura di aprire un’inchiesta. Rsf: “Liberateli”

Giornalisti maltrattati nelle carceri egiziane

giornalisti egizianiIL CAIRO (Egitto) – Il Sindacato dei giornalisti egiziano ha accusato il ministero dell’Interno di maltrattamenti nei confronti dei giornalisti detenuti in carcere, chiedendo alla procura di aprire un’inchiesta. In una dichiarazione diffusa sul proprio sito web, citata dal quotidiano filo-statale “al Ahram”, il sindacato ha affermato che i giornalisti nel carcere di al Aqrab sono stipati celle ammuffite e scarsamente ventilate, e hanno visto ridursi o azzerarsi le ore d’aria a disposizione.
Il sindacato ha affermato che un numero imprecisato di giornalisti detenuti ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro tali condizioni. Secondo il Comitato internazionale per la protezione dei giornalisti, l’Egitto è il paese con il più alto numero di giornalisti in carcere subito dopo la Cina. Il governo egiziano ha ripetutamente negato che i giornalisti detenuti siano stati arrestati a causa del loro lavoro. Le autorità negano, inoltre, violazioni sistematiche nelle carceri egiziane. Il Sindacato ha sollecitato un’inchiesta sulle violazioni contro i giornalisti all’interno delle carceri egiziane.
Lo scorso 5 febbraio Reporter senza frontiere (Rsf) ha lanciato un nuovo appello per il rilascio immediato e incondizionato dei giornalisti detenuti in Egitto “semplicemente per aver fatto il loro lavoro”. In un comunicato pubblicato sul proprio sito internet, l’organizzazione non governativa francese ricorda che a breve inizierà il processo a Mahmoud Abu Zeid, fotoreporter sotto processo insieme ad altri 700 imputati accusati di essere membri dei Fratelli musulmani, organizzazione bandita dalla giustizia egiziana dopo l’estromissione del presidente della repubblica Mohamed Morsi, leader del partito Giustizia e Libertà, ramo politico della confraternita islamica. Abu Zeid, meglio noto con il nome di Shawkan, ha trascorso più di 900 giorni in carcere in attesa di giudizio. Secondo Rsf si tratta di “uno dei più lunghi periodi di detenzione preventiva nella storia dell’Egitto” e di una “flagrante violazione della costituzione e delle leggi”.
Il fotoreporter è stato arrestato il 14 agosto 2013 mentre stava coprendo le manifestazioni di piazza al Rabaa al Adawiya per le agenzie “Demotix” e “Corbis”. La prima udienza del processo è prevista oggi, lunedì 8 febbraio. Molti imputati, inclusi alcuni giornalisti, sono stati condannati all’ergastolo nella sentenza di primo grado emessa nell’aprile 2015.
Rsf sostiene sei dei 14 giornalisti sotto processo “perché non è stato chiaramente dimostrato che gli altri otto sono stati arrestati relativamente al lavoro giornalistico”. La Corte di Cassazione siriana ha ordinato un nuovo processo nel mese di dicembre. “In Egitto, qualsiasi forma di critica al regime viene sistematicamente soppresso dalle autorità e i giornalisti stanno pagando un prezzo molto alto”, ha detto Alexandra el Khazen, capo desk per il Medio Oriente di Reporter senza frontiere.
“Chiediamo l’assoluzione dei giornalisti imprigionati e sottoposti a un processo politico di massa con accuse molto gravi. La loro detenzione costituisce una flagrante violazione di tutte le norme nazionali e internazionali”, ha aggiunto l’esponente di Rsf. Il fotoreporter Shawkan è accusato di omicidio, tentato omicidio e appartenenza a un gruppo fuorilegge (i Fratelli Musulmani) e rischia una possibile condanna a morte o l’ergastolo. Malato di epatite, Rsf riferisce che la salute dell’uomo è peggiorata rapidamente a causa delle pessime condizioni di detenzione e della mancanza di cure mediche appropriate. I giornalisti sono accusati di pubblicazione di notizie false, incitamento alla violenza e aver fatto parte a una presunta “sala operativa” che avrebbe organizzato gli attacchi contro il governo durante le manifestazioni a sostegno del deposto presidente Morsi nell’estate del 2014.
La cosiddetta strage di piazza Rabaa Adawiya rappresenta uno degli episodi più sanguinosi della storia recente dell’Egitto. Tre giornalisti sono stati uccisi durante l’intervento delle forze di sicurezza per disperdere un sit-in dei manifestanti pro-Morsi. L’Egitto figura al 157° posto su 180 paesi nella classifica sulla libertà di stampa di Reporter senza frontiere. Secondo Rsf, ad oggi sono 23 i giornalisti “trattenuti ingiustamente dalle autorità egiziane”. (Agi)
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