Non convince la tesi sulla crisi di nervi per mancanza di denaro: aveva 2.300 euro

Giallo sulla giornalista impiccata: omicidio?

Jacky Sutton

Jacky Sutton

LONDRA (Gran Bretagna) – Si addensa il mistero intorno alla morte della giornalista britannica, Jacky Sutton, dopo la diffusione di un video a circuito chiuso che la mostra camminare tranquilla all’interno dell’aeroporto Ataturk di Istanbul, dove è stata trovata impiccata domenica notte.
Nel filmato – ripreso dalle telecamere dello scalo e diffuso dai media turchi – la reporter passa, in tutta calma, alcuni controlli di sicurezza e poi percorre un’area di sosta. Nella seconda parte del clip, la Sutton cammina con un sacchetto in mano, probabilmente acquistato al duty free. I media locali aveva riferito che la 50enne aveva perso la coincidenza aerea per l’Iraq e per questo si era disperata, scoppiando a piangere e affermando di non avere i soldi per un altro biglietto.
Di qui, avevano spiegato, la decisione di togliersi la vita in un bagno dell’aeroporto con i lacci delle scarpe. Tuttavia, secondo il quotidiano turco Haber Turk, nella tasca della giornalista sono stati ritrovati 2.300 euro, una somma ampiamente sufficiente per comprare un altro titolo di viaggio.
Amici e colleghi della donna ora invocano un’inchiesta internazionale. La versione raccontata, infatti, non convince affatto chi la conosceva e aveva lavorato con lei, tanto più che il suo predecessore in Iraq, Ammar al-Shahbander, era stato ucciso cinque mesi fa proprio a Baghdad con un’autobomba. E giusto a giugno la Sutton – che in passato aveva lavorato all’Onu, alla Fao a Roma e anche come producer della Bbc ’98 al 2000 – aveva espresso il timore di essere finita nel mirino del terrorismo, soprattutto per le sue ricerche sulla violenza contro le donne da parte dei miliziani dell’Isis, su cui stava scrivendo una tesi di dottorato. Per non parlare delle sue amicizie curde, di certo non ben viste dalla Turchia di Recep Tayyip Erdogan, dove la sua morte – a poche settimane dal voto del 1 novembre – rischia di creare un vero e proprio “caso”. (Agi)

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