“Non siamo un nominificio ed abbiamo il dovere di far lavorare i talenti accantonati”

Franco Siddi: “La Rai non è una lotteria”

Franco Siddi

Per Franco Siddi la sfida media company deve far riconoscere la Rai come sistema identitario dell’Italia (Foto Giornalisti Italia)

ROMA – Il consigliere di amministrazione della Rai, Franco Siddi, crede in un progetto “nuovo” per la televisione pubblica e, sull’ipotesi di azzerare tutti i vertici delle reti e delle testate, osserva: “Non siamo alla lotteria. La Rai deve cambiare, perché la sfida è progettuale. C’è una vasta condivisione perché i nomi siano identificabili con i progetti. Per questo – aggiunge Siddi – oggi, rispetto al passato, non si potrà parlare di Rai come fabbrica di nomine, insomma come un nominificio. La sfida sarà quella di avere per tutti ruoli di responsabilità del progetto. Nomi all’altezza del compito e adeguatamente interpreti del senso speciale di un servizio pubblico. Non serve a niente essere pro o contro in assoluto, chi c’è o chi verrà”.
Sulle professionalità interne a viale Mazzini, il consigliere di amministrazione della Rai, intervenuto ieri a Roma nella sala “Walter Tobagi” della Fnsi, alla presentazione del libro-intervista a Carlo Freccero ed Derrick de Kerckhove “Un Futuro digitale”, edito da Il bene Comune e Assostampa Molise, rimarca: “Nell’azienda c’è molta acqua buona, bisogna saperla filtrare e portarla nel nuovo contenitore. Servono sicuramente risorse esterne, ma bisogna riscoprire i talenti interni accantonati e le energie innovative che vi sono. La sfida della media company – ha concluso Franco Siddi – deve portare la Rai ad essere riconosciuta come sistema identitario dell’Italia, per i vecchi e i nuovi cittadini, nel nostro Paese e nel mondo”. (Agi)

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