Per Lucia Rizzo, Federico De Vincenzo, Maurizio Belpietro e Andrea Zambrano

Fini: falsa notizia su escort, chiesta la condanna

Gianfranco Fini

Gianfranco Fini

Maurizio Belpietro

Maurizio Belpietro

ROMA – Per la diffusione di false notizie tra il 2009 e il 2010 su presunti incontri sessuali tra l’allora presidente della Camera, Gianfranco Fini, e Lucia Rizzo, più nota come la escort Rachele, la Procura di Roma ha chiesto la condanna a 4 mesi di reclusione dei quattro imputati accusati di diffamazione, e cioè della stessa Rizzo, del suo agente Federico De Vincenzo, del giornalista Maurizio Belpietro, per un editoriale su Libero, e di Andrea Zambrano, che pubblicò un’intervista alla Rizzo sul sito “4Minuti.it”.
“Non ci sono dubbi che a Fini – ha detto il pm – siano stati attribuiti gravissimi fatti falsi, per giunta lesivi della sua reputazione”. Stando alla ricostruzione accusatoria, la Rizzo e il suo agente avrebbero realizzato il 4 dicembre del 2010 un’intervista videoregistrata in cui la escort riferiva di avere avuto in quello stesso anno e nel 2009 tre incontri sessuali a pagamento con Fini, in cambio del pagamento di 2mila euro a incontro.
La donna, “lasciando intendere maliziosamente che avrebbe potuto in futuro rivelare altri dettagli”, affermò anche che Fini, dalla cui denuncia è poi scaturita l’inchiesta, le aveva promesso un aiuto a lavorare in televisione, ma “non avendo ricevuto alcun aiuto si era determinata a raccontare i fatti”.
Dal canto suo Fini, parte civile nel procedimento attraverso l’avvocato Francesco Compagna, ha chiesto la condanna degli imputati al risarcimento dei danni pari a un milione di euro in solido.
“L’allora presidente della Camera – ha detto il penalista – fu travolto dalla macchina del fango e fu vittima di una tendenza ormai dilagante secondo cui chiunque può dire e scrivere qualsiasi cosa, e non ci interessa più se la notizia sia vera e chi l’abbia detta. In questa storia – ha aggiunto il rappresentante di parte civile – è in gioco non solo la reputazione di Fini ma anche la credibilità della terza carica dello Stato. Per fortuna, l’intervento tempestivo della Procura ha fatto sì che l’aspetto istituzionale sia stato salvaguardato. Quella notizia, divulgata da Lucia Rizzo e dal suo agente, era falsa, eppure c’e’ chi ha ritenuto di farci un articolo, nonostate sia stata considerata spazzatura persino da parte delle riviste di gossip”.
La sentenza del tribunale monocratico, una volta concluse le repliche, è prevista per il 28 ottobre prossimo. (Agi)

 

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