Storica voce dell’ippodromo di Agnano, aveva 76 anni. Una vita per l’ippica

Covid: morto il giornalista Salvio Cervone

Salvio Cervone

NAPOLI – Giornalismo campano in lutto per la scomparsa di Salvio Cervone, 76 anni, storica voce dell’ippodromo di Agnano. È morto stamane all’ospedale Cotugno di Napoli dove era stato ricoverato in gravi condizioni per Covid.
Nato il 10 agosto 1944, Salvatore Cervone era giornalista pubblicista iscritto all’Ordine della Campania dal 17 giugno 1994. «Agnano ha perso la sua “voce”», scrive infatti il Corriere dello Sport in un articolo di Mario Viggiani che narra le gesta dello storico cronista del trotto napoletano e non solo: «Scompare un pezzo di storia del trotto napoletano, una figura ippica a tutto tondo, rappresentante di una famiglia che è stata un caposaldo del “movimento” nella regione. Con l’Allevamento dei Ludi il padre, commendator Franco, era stato il primo proprietario campano a conquistare il Derby, nel 1973 con Unno.

Salvio Cervone

Antonio, fratello di Salvio, era stato guidatore, oltre che anche lui proprietario e allevatore. E proprio i due fratelli avevano dato origine alla Pride, il “marchio” di famiglia, che a partire dal 1997 aveva iniziato a produrre tanti buonissimi cavalli: per tutti Finett Pride, che dopo una carriera di corse ai margini della prima categoria italiana s’era trasformato in Francia agli ordini di Fabrice Souloy, vincendo anche a Vincennes e piazzandosi terzo nel Cote d’Azur 2009 a Cagnes sur Mer. Salvio, che era stato anche anche gentleman driver di spicco (in bacheca anche il GP Federnat del 1987, a Taranto con Coriolano, e il Trofeo delle Regioni 1977, a Roma), oltre che per anni e anni banditore alle aste Anact, era ormai la “voce di Agnano”, un muro portante dell’ippodromo napoletano: il suo ufficio, nella zona delle scuderie del trotto, era quasi un museo, e in piccolo lo era anche la postazione per le cronache in cima alla tribuna principale, pure quella tappezzata di prime pagine e ritagli ippici».
«Di lui – sottolinea Viggiani – resteranno appunto le espressioni che coloravano le sue cronache, dal “no problem, no stress” che accompagnò il primo successo di Varenne nel GP Lotteria 2000 alla “promenade de santé” riferita alla più facile delle vittorie di un qualunque routinier nelle corse da lui commentate, e ancora “non c’è più tiempo”, “chiacchiericcia il mio cronometro”, “allacciate le cinture”, e tante altre. E resteranno anche i soprannomi creati e assegnati a tutti ma davvero tutti i guidatori scesi in pista ad Agnano: dal “ragionier” Gallucci al “falso magro” Finetti, solo per citarne un paio.
Cronache inconfondibili, spesso concluse all’insegna del “cantaNapoliiiii” urlato nel microfono quando a vincere un gran premio era uno dei tanti portacolori partenopei. Cronache che avevano consegnato a Cervone anche un fan club su Facebook: unico anche in questo. Oltre ad avere un paio di cavalli chiamati con quello che, invece, era appunto il suo soprannome (Zio Salvio e Zio Salvio Jet)». (giornalistitalia.it)

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