Ai giornalisti (veri) la solita raccomandazione: aggiungete numero di tessera e qualifica

Coronavirus, ennesima autodichiarazione: eccola

ROMA – Nuovo modulo di autocertificazione per le necessità di spostamento dei cittadini in relazione alle restrizioni deliberate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. L’ennesima variazione del modulo, spiega il capo della Polizia di Stato, Franco Gabrielli, è un atto dovuto dettato dall’adozione di disposizioni governative in continuo aggiornamento.
Nel nuovo modello, oltre ai riferimenti legati alle nuove misure adottate con il decreto legge del 25 marzo 2020, viene richiesto di autocertificare di essere a conoscenza delle eventuali ulteriori limitazioni disposte con i provvedimenti adottati dai presidenti delle Regioni.
Ai giornalisti – ovviamente non sottoposti a quarantena – costretti ad uscire dalla propria abitazione per recarsi sul posto di lavoro o spostarsi per servizio sul territorio, la solita raccomandazione: aggiungete all’autorichiarazione di “essere iscritto/a all’Ordine dei giornalisti con numero di tessera professionale…” e la vostra qualifica professionale.
Ed ancora, la solita raccomandazione: per “esigenze lavorative” si intende l’inderogabile necessità di spostarsi, propria di chi svolge effettivamente la professione giornalistica per garantire un “bene essenziale”, quale è appunto l’informazione. Chi è semplicemente iscritto all’Albo professionale deve, invece, rimanere a casa per non mettere a rischio la propria salute e quella degli altri. (giornalistitalia.it)

IL NUOVO MODELLO DI AUTOCERTIFICAZIONE
Autodichiarazione 26 marzo 2020

La limitazione degli spostamenti ha ridotti i reati di due terzi 

Luciana Lamorgese, ministro dell’Interno

«Le misure adottate per contenere la diffusione del Covid-19 – spiega il Ministero dell’Interno – hanno determinato una limitazione degli spostamenti delle persone fisiche. Queste misure eccezionali hanno ovviamente influito sull’andamento della delittuosità, che evidenzia, nel periodo dal 1° al 22 marzo 2020, una evidente diminuzione del trend sull’intero territorio nazionale: 52.596 delitti nel 2020 a fronte dei 146.762 commessi nel 2019.
In particolare, la diminuzione più rilevante – secondo il report sulla delittuosità in Italia elaborato dalla Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza – riguarda alcuni reati quali lo sfruttamento della prostituzione (-77%), le violenze sessuali (-69%), i furti in genere (-67,4%), i furti in abitazione (-72,5%), i furti con destrezza (-75,8%), le rapine in uffici postali (-73,7%) ed una diminuzione meno rilevante altri reati quali le rapine (-54,4%) e quelli inerenti gli stupefacenti (-46%).
Il Ministero dell’Interno evidenzia, inoltre, che nel periodo in esame, confrontato con l’analogo periodo dell’anno precedente, i maltrattamenti in famiglia registrano una diminuzione inferiore rispetto ad altri reati (-43,6%). Anche i furti e le rapine alle farmacie denotano un decremento inferiore rispetto ad altri reati predatori (-13,8% e -24,6%).

 

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