Fino a pochi giorni fa si conosceva un’altra versione dei fatti che é stata ora smentita

Caso Inpgi-Sopaf, Franz: “Nun me so’ sbajato”

Pierluigi Roesler Franz

Pierluigi Roesler Franz

Inpgi

Caro Carlo, per favore, dovresti rettificare al più presto il titolo “Caso Inpgi-Sopaf, Franz: «Me so’ sbajato»”, perché mi fa ingiustamente passare per un cretino. Io non mi sono affatto sbagliato. Di certo si é sbagliato qualcun altro, ma non io.
Io ho semplicemente dato la notizia dell’improvviso ritrovamento solo da pochi giorni di importanti documenti bancari, mostratimi in copia presso gli Uffici Inpgi, che provano come i soldi dell’Inpgi 2 (30 milioni di euro) siano stati erroneamente versati il 3 marzo 2009 sul c/c della Sopaf, ma da quest’ultima società stornati il giorno dopo e messi in un conto vincolato presso Banca Intesa San Paolo con valuta 3 marzo come era previsto negli accordi.
Si è, quindi, trattato di un banale errore in buonafede. Ma non l’ho certo commesso io, come sembra, invece, ricavarsi dal titolo della notizia pubblicato sul sito da te diretto https://www.giornalistitalia.it/caso-inpgi-sopaf-franz-me-so-sbajato/
Ad esempio, l’errore figura nell’atto di rinvio a giudizio del 7 dicembre scorso davanti al tribunale penale di Milano dei 2 amministratori della Sopaf, signori Giorgio e Luca Magnoni per truffa aggravata ai danni dell’Inpgi. Ciò dimostra che fino a pochi giorni fa si conosceva un’altra versione dei fatti che é stata ora smentita.
Mi auguro di essere stato sufficientemente chiaro. Cordialmente e a presto.

Pierluigi Roesler Franz
Sindaco Inpgi

Un commento

  1. Roberto Reale (Fiduciario Inpgi del Piemonte ed ex consigliere generale)

    Il presidente dell’Ordine nazionale giornalisti è partito lancia in resta sul caso Sopaf-Inpgi rischiando di fare, come spesso gli capita ultimamente, una brutta figura. Ma quale truffa o parte civile?! Le quote del Fondo Immobili Pubblici sono state un ottimo affare per tutti, mediatori finanziari e investitori qualificati, compresi Sopaf e Inpgi. Il venditore non ha alcun obbligo di comunicare a quale prezzo si procura le quote, l’acquirente deve soltanto valutare se la proposta di acquisto e il rendimento futuro sono convenienti. E capperi se lo sono stati!. Iacopino avrebbe forse gettato nel cestino un ottimo investimento soltanto perché anche la controparte ci guadagnava parecchio?
    Chiarito che l’errore – grave, ma subito rimediato – del versamento sul conto non vincolato non è stato in alcun modo decisivo per l’affare (cosa che avrebbe potuto generare più di un dubbio), il resto sembra la solita fuffa mediatico-politico-giudiziaria, adoperata per mille fini tranne che per la ricerca della giustizia e della verità. Che a mio modestissimo avviso è questa: il Fip è una manna per tutti, l’unico a rischiare un “bagno” colossale è lo Stato italiano, cioè noi cittadini. Al link qui sotto un’istruttiva lettura.
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/23/le-cartolarizzazioni-di-tremonti-potrebbero-costarci-2-miliardi-di-euro/1529024/

Commenti chiusi