Il presidente di Rcs: “Usano l’editoria per influenzare l’economia o la politica”

Cairo: “A molti editori non interessano i giornali”

Urbano Cairo

ROMA – In Italia “diversi editori usano l’editoria per perseguire interessi diversi, di carattere economico o politico, per esercitare leve di influenza, per proteggere altre attività. I miei periodici potranno non piacere a qualcuno ma producono utili. Io faccio i giornali per vendere”. Lo dice, in una lunga intervista a Il Foglio, il presidente di Rcs Urbano Cairo.
Se un periodico “è fatto bene, con un’idea dietro, te ne accorgi anche da una rapida occhiata. I periodici di Cairo editore vendono 1,6 milioni di copie ogni settimana, a questi vanno sommati quelli Rcs, i vari allegati, e poi le pubblicazioni spagnole. Stare dietro a tutto è un esercizio sovrumano. Io ci provo”, aggiunge.
Per Cairo “non è vero che con i giornali non si possono fare soldi. I soldi li fai se concepisci il prodotto non con la testa dei padroni ma con la testa di chi compra. Altrimenti la gente non va in edicola”.
Parlando del Corriere della Sera e dell’influenza degli organi d’informazione sulla politica, il presidente di Rcs dice di condividere la linea del quotidiano, “ma non interferisco mai con l’attività della direzione. Il direttore dirige, non io. Può capitare che io non apprezzi un articolo, mi sembra un fatto normale. Tuttavia, non enfatizzerei il ruolo degli organi di informazione. Voglio dire: se passi dal 40 al 18%, com’è accaduto a Renzi, non è colpa del Corriere ma è perché hai commesso degli errori. La gente non cambia idea perché una notizia è collocata in alto o in basso in homepage”. (ansa)

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