Fnsi, Cdr e Rsu chiedono a Cairo un chiarimento urgente. Domani assemblea

La 7: allarme per il disinvestimento annunciato

Urbano Cairo

ROMA – E’ condivisa dalla Fnsi la preoccupazione sul disinvestimento di interi settori produttivi a La7 annunciata dai lavoratori. Con la logica di tagli lineari dei costi imposta a fornitori esterni e a decisive strutture interne dell’emittente, si mette a rischio un pezzo importante dell’informazione del nostro Paese.
Il Sindacato nazionale dei giornalisti è, dunque, al fianco del Cdr e delle Rsu aziendali nella battaglia contro l’impoverimento di questa importante voce.
La Fnsi, quindi, chiede al Gruppo Cairo un chiarimento urgente sulle strategie e sulle prospettive della terza tv nazionale non dimenticando che con la scusa di un processo di risanamento l’azienda non rispetta accordi sottoscritti con i lavoratori e specifiche previsioni del contratto di lavoro giornalistico, nonostante gli impegni assunti.
L’informazione è un bene pubblico e per questo la Fnsi è al fianco dei lavoratori e dei colleghi dell’emittente nella loro giusta battaglia.

La 7, il Cdr: “Preoccupazioni condivise da giornalisti e altri lavoratori”

Il Cdr e i giornalisti de La7 accolgono con favore l’invito dei sindacati nazionali e delle Rsu aziendali a partecipare all’assemblea dei lavoratori dell’emittente proclamata per il prossimo 18 aprile in modo da poter unitariamente stabilire un coordinamento di tutti i dipendenti sulle tematiche comuni e le future azioni.
Condividiamo l’allarme e le preoccupazioni che hanno spinto i rappresentanti sindacali del personale non giornalistico a proclamare lo stato di agitazione, il blocco delle attività aggiuntive e un pacchetto di 16 ore di sciopero.
Si tratta di preoccupazioni che ormai da mesi anche i giornalisti denunciano. La proprietà da tempo procede in un vero e proprio disinvestimento nei settori produttivi vitali dell’azienda con una cieca revisione “lineare” dei costi imposta a fornitori esterni e strutture interne. Con la scusa del risanamento non si rispettano nemmeno gli accordi sottoscritti con i dipendenti e – nei confronti dei giornalisti – lo stesso CNLG, mentre i manager di Cairo Communications e de La7 si spartiscono bonus milionari.
In questa cornice si è appreso ieri dalle agenzie dell’interesse del gruppo Cairo ad acquisire le frequenze tv nazionali del digitale terrestre.
Il tutto accade in assenza di un piano industriale/editoriale, mai presentato a quasi un anno dall’acquisizione della tv da Telecom Italia Media per un prezzo simbolico e con una sostanziosa dote complessiva di circa 120 milioni di euro di “avviamento” liquidata da Telecom al gruppo Cairo.
A questo punto si ritiene necessario e indifferibile da parte dell’azienda un chiarimento sulle strategie e sulle prospettive future de La7, terza televisione nazionale che opera attraverso le frequenze assegnate dallo stato che – è bene ricordarlo – costituiscono un bene pubblico.

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