Domani alle 21.20 su Rai 3 un racconto con Teresa Paoli, Paola Vecchia e Pablo Castellani

Riccardo Iacona, a PresaDiretta inchiesta sul petrolio

Riccardo Iacona

ROMA – “Petrolio il tempo perduto” è un racconto di Riccardo Iacona con Teresa Paoli, Paola Vecchia e Pablo Castellani, domani, lunedì 27 settembre, alle 21.20 su Rai3. PresaDiretta torna, dunque, con un’inchiesta che Riccardo Iacona dedica per intero alla transizione energetica e che accende «una luce sul ruolo delle grandi compagnie del petrolio e del gas».
«Parliamo – anticipa Riccardo Iacona – di un settore che ha un fatturato annuo di tremila miliardi di dollari e circa dieci milioni di occupati: oggi gli si chiede di abbattere drasticamente le emissioni e di riconvertirsi all’energia rinnovabile. Saranno davvero disposti a farlo? Forse è già troppo tardi. Ma per correre ai ripari e almeno limitare i danni del cambiamento climatico bisognerà rinunciare sempre di più al petrolio e al gas».
«Eppure – sottolinea Iacona – i grandi gruppi petroliferi conoscevano l’impatto delle emissioni inquinanti dei combustibili fossili sul clima già negli anni ‘80, ma hanno taciuto e spesso negato. Oggi però tutto è alla luce del sole, allora perché si continua a investire in modo massiccio su estrazione, raffinazione e trasporto di petrolio e gas?».
PresaDiretta ha attraversato l’Italia, dove è stato dato il via libera ai permessi di ricerca per sfruttare giacimenti di metano e petrolio, in Sicilia, sui fondali dell’Adriatico, in Emilia-Romagna, in Veneto. E cosa ne pensano le popolazioni locali? Ha raccontato le conseguenze dei grandi disastri ambientali legate agli idrocarburi. Quello di Gela in Sicilia, dove dopo 50 anni il petrolio non si raffina più, è stata aperta una bioraffineria, ma la bonifica procede a rilento e le conseguenze sull’ambiente e non solo sono ancora drammatiche. E poi in Nigeria, uno dei luoghi più inquinati del pianeta, dove da 60 anni le grandi multinazionali estraggono petrolio e gas.
Ma PresaDiretta è andata anche in Texas, il più grande bacino petrolifero degli Stati Uniti, dove si producono più di 5 milioni di barili al giorno. Qui da qualche anno è esplosa la tecnica del fracking, che permette l’estrazione di gas e petrolio. Gli studi internazionali hanno stimato che l’aumento delle emissioni in atmosfera di gas metano, molto più pericoloso della Co2 per il clima nel breve termine, dipendono per quasi la metà proprio dal fracking americano. Eppure, nessuno lo sta fermando, perché? E anche noi in Italia abbiamo un problema di emissioni di metano e si continua ad investire in infrastrutture e centrali a gas, le telecamere di PresaDiretta sono andate a vedere dove.
E ancora, PresaDiretta è stata in Germania, dove è ancora attiva l’estrazione del carbone. E dove decine di villaggi vengono demoliti e letteralmente “divorati” all’allargamento delle miniere, ma qualche coraggioso abitante cerca di resistere.
La squadra di Riccardo Iacona ha raccolto testimonianze tra i più importanti esperti internazionali del settore: Fatih Birol direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, nominato dal Times una delle 100 persone più influenti nel 2021, Vincenzo Balzani professore emerito presso l’Università di Bologna, uno dei chimici più conosciuti nel mondo. Ha intervistato Francesca Zarri Director Technology R&D & Digital di Eni e Dina Lanzi responsabile tecnico sviluppo idrogeno della Snam. (giornalistitalia.it)

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