Da chiacchierata informale ad interrogatorio senza legale: indagato Giovanni Scarpa!

Provincia Pavese, bavaglio al diritto di cronaca

Giovanni Scarpa e le prime pagine della Provincia Pavese del 5 e 6 gennaio 2018

Giovanni Scarpa e le prime pagine della Provincia Pavese del 5 e 6 gennaio 2018

PAVIA – Ha dell’incredibile l’iscrizione nel registro degli indagati di Giovanni Scarpa, uno dei giornalisti del quotidiano la Provincia Pavese che si sta occupando del rogo di Corteolona (dove il 3 gennaio scorso sono bruciati rifiuti stoccati abusivamente in un grande capannone). Scarpa, cronista da oltre vent’anni del quotidiano pavese, è stato indagato per “favoreggiamento personale” dalla polizia giudiziaria della Procura di Pavia, dopo un incontro iniziato come chiacchierata informale e finito come interrogatorio, senza l’assistenza di un legale.

Alessandro Moser

Alessandro Moser

La vicenda è stata denunciata dallo stesso giornale del Gruppo Gedi con un editoriale del direttore Alessandro Moser. «Oggetto della “chiacchierata” – spiega il direttore Moser – la telefonata (peraltro senza esito) fatta dal collega Scarpa ad uno dei sottufficiali incaricati delle indagini che sarebbero state fatte prima del rogo, con l’installazione di una telecamera di sorveglianza nei pressi del capannone. Un aspetto non banale di questa vicenda che il buon senso, prima ancora che il diritto/dovere di cronaca, ci imponeva di approfondire. Così come altri aspetti di questo caso, oggetto di decine e decine di colloqui, ad ogni livello, da parte dei giornalisti della Provincia. Dunque, che la raccolta – doverosa – di informazioni da buone fonti sia classificabile come “favoreggiamento” è una forzatura che ci lascia sbigottiti e indignati. Favoreggiamento rispetto a chi e rispetto a quale reato – incalza il direttore de la Provincia Pavese – non è specificato. Se tutto questo sia un abuso, in punta di diritto, sarà accertato con i nostri avvocati davanti ad un giudice. Non abbiamo però dubbi che sia un abuso rispetto al diritto di cronaca e al nostro dovere verso i lettori, diritto e dovere di cui chiederemo conferma in tutte le sedi possibili».
Piena solidarietà al giornalista Giovanni Scarpa è stata espressa dal Comitato di redazione della Provincia Pavese “indagato dalla polizia giudiziaria solo per aver svolto, scrupolosamente, il lavoro di cronista nella clamorosa vicenda, ripresa da tutti i media nazionali, dell’incendio al capannone di rifiuti stoccati abusivamente a Corteolona”.
Il Cdr, nell’annunciare che segnalerà la vicenda a tutti gli organi competenti in materia di difesa della libertà di stampa, del diritto di cronaca e di informazione, ritiene, infatti, che «il provvedimento assunto nei confronti del collega sia un fatto molto grave e in netto contrasto con il diritto/dovere di cronaca che è soprattutto il diritto dei cittadini ad essere informati e il dovere dei cronisti di informarli».
La Provincia Pavese«Nel caso specifico, – sottolinea il Cdr – l’incendio ha suscitato grande allarme tra la popolazione per il timore che dal rogo si fossero sprigionate sostanze nocive per la salute. Il collega è stato convocato dalla polizia giudiziaria per aver chiesto informazioni, a un sottufficiale incaricato delle indagini, in relazione alla presenza di una telecamera posizionata dagli inquirenti, prima del rogo, nelle vicinanze del capannone: fatto di interesse generale nell’eventualità che la telecamera avesse ripreso immagini utili a chiarire le responsabilità della grave vicenda. L’iniziale chiacchierata in Procura si è trasformata invece in un interrogatorio, senza l’assistenza di un legale, da cui il collega Scarpa è uscito come indagato per favoreggiamento personale, non si capisce bene a vantaggio di chi».
La Redazione di Giornalisti Italia esprime “piena e convinta solidarietà a Giovanni Scarpa ed ai colleghi della Provincia Pavese ricordando che quando si agisce nel rispetto delle regole e del diritto di cronaca, alcuna limitazione o censura può essere posta, soprattutto da quanti sono deputati a garantire il pieno rispetto della legge”. (giornalistitalia.it)

Solidarietà da Alg e Gruppo Cronisti Lombardi

MILANO – L’Associazione Lombarda dei Giornalisti e il Gruppo Cronisti Lombardi esprimono solidarietà a Giovanni Scarpa, giornalista de La Provincia Pavese, indagato per “favoreggiamento personale” dalla polizia giudiziaria della Procura di Pavia per aver chiesto informazioni a un sottufficiale incaricato di far luce sull’incendio al capannone di rifiuti stoccati abusivamente a Corteolona.
“Gli inquirenti indagano chi racconta, verificandoli, i fatti. Un triste paradosso del giornalismo italiano”, commentano il presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, Paolo Perucchini, e il presidente del Gruppo Cronisti lombardi, Cesare Giuzzi.
“Ma la preoccupazione cresce – aggiunge Perucchini – quando si viene a conoscenza del fatto che il collega è stato chiamato alla polizia per una chiacchierata informale e da quell’incontro, trasformatosi in un interrogatorio senza assistenza di legali, sia uscito formalmente indagato. Chiediamo alle autorità competenti di fare immediatamente chiarezza sulla vicenda: certi comportamenti rischiano di trasformarsi in pericolose intimidazioni alla libertà di stampa e al diritto di cronaca dei cittadini. Situazioni inaccettabili in un Paese civile”. (giornalistitalia.it)

Fnsi al fianco del cronista: «Attacco alla segretezza delle fonti»

ROMA – «Può un cronista che cerca di far luce su discariche abusive e loschi traffici essere indagato per “favoreggiamento”? Purtroppo sì e lo spiacevole episodio è accaduto a Pavia, come è stato immediatamente denunciato dal collega Giovanni Scarpa, dal comitato di redazione e dal direttore de “La Provincia Pavese”, Alessandro Moser”. Lo affermano il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, e il presidente Giuseppe Giulietti, sottolineando che «delle questioni legali se ne occuperanno gli avvocati, ma non possiamo accettare che l’accusa di favoreggiamento sia l’ennesima variante dei mille tentativi di aggirare il segreto professionale e di costringere i cronisti a svelare le fonti per colpire a morte il diritto di cronaca».
La Fnsi, di intesa con l’Associazione lombarda dei giornalisti, metterà anche i propri legali a disposizione del collega e della redazione e provvederà a segnalare al Consiglio superiore della magistratura una vicenda che non riguarda solo la “Provincia Pavese”, ma tutte le redazioni italiane. (giornalistitalia.it)

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