Una trentina di arresti a Mosca, ma la manifestazione sembra una messinscena

Proteste a Mosca, più cronisti che oppositori

Una scena della manifestazione di oggi a Mosca

Una scena della manifestazione di oggi a Mosca

MOSCA (Russia) – La polizia moscovita ha arrestato almeno 29 persone, impegnate in una manifestazione non autorizzata nella capitale russa. “Hanno infranto l’ordine pubblico”, ha detto un portavoce della polizia, che la scorsa settimana si era resa protagonista di una ondata di centinaia arresti durante una protesta organizzata da Alexei Navalny, oggi considerato l’oppositore più pericoloso per Vladimir Putin.
Nessuna delle sigle dell’opposizione, a partire dal Fondo anti-corruzione di Aleksei Navalny, si è associata all’iniziativa di oggi. Navalny si trova al momento in carcere dove sta scontando 15 giorni di detenzione amministrativa per le manifestazioni non autorizzate di domenica scorsa. La maggior parte degli arresti e stata effettuata tra via Tverskaya e piazza Triumfalnaya e ha riguardato partecipanti alle cosiddette “passeggiate dell’opposizione”, manifestazione di protesta pacifica, che si tiene ogni domenica in centro, ha specificato la radio Eco di Mosca.
Secondo Ovd Info, un sito che monitora le detenzioni di attivisti, in tutto sono state arrestate almeno 32 persone, tra cui quattro minorenni. Ieri, il Comitato investigativo russo aveva aperto un’inchiesta penale contro gli utenti di internet che hanno incitato a partecipare alle proteste di oggi a Mosca. Sui social, però, quanto accaduto oggi nel centro di Mosca è stato trattato con ironia.
“La polizia e l’Fsb (i servizi segreti russi) hanno organizzato in piazza del Maneggio una colazione per la stampa?”, si chiede su Facebook Gleb Pavlovsky, uno dei più citati politologi russi, commentando la manifestazione di protesta, che ha visto la partecipazione più di giornalisti russi e stranieri che di oppositori o giovani studenti, come era stato invece domenica scorsa per la dimostrazione indetta da Navalny.
Il sospetto, fin dall’inizio, era che dietro gli anonimi organizzatori della manifestazione – convocata via social network e Telegram, per le ore 12 – ci fosse una provocazione delle autorità russe, intenzionate a mostrare alla popolazione come, in una settimana, fossero riusciti a mettere a tacere le proteste e a evitare così una possibile rivoluzione, vero incubo del Cremlino dopo le diverse rivoluzioni colorate che hanno percorso lo spazio post sovietico negli ultimi anni.
In piazza del Maneggio, di fronte alla piazza Rossa – il cui accesso era stato limitato – era dispiegato un gran numero di polizia, come pure nella zona poco distante di piazza Triumnfalnaya e piazza Pushkin, dove il 26 marzo si sono verificati la maggioranza degli arresti di massa. Come una settimana fa, anche oggi le manifestazioni non erano autorizzate e la polizia aveva avvertito che avrebbe preso “tutte le misure necessarie” per garantire l’ordine pubblico.
Le persone radunate non erano più di 200, di cui la maggior parte cronisti. Un ragazzo ha attirato l’attenzione dei corrispondenti, iniziando a camminare su e giù per la piazza con una bandiera russa in mano. Un altro ha iniziato a urlare slogan pro-Putin ed è stato portato via dalle forze dell’ordine. Le tv di Stato hanno seguito la “tentata manifestazione” in diretta, cosa inusuale per i canali federali, il che ha rinsaldato il sospetto che le autorità fossero interessate a mostrare il “fallimento” dell’ultima iniziativa dell’opposizione.
Il 26 marzo, le proteste di Navalny contro la corruzione non erano state seguite dai canali ufficiali. “Quando una settimana fa, sono scesi in piazza decine di migliaia di persone, la Tv ha taciuto, mentre oggi parlano delle manifestazioni e delle misure di sicurezza. Cui prodest?”, ha scritto su Twitter il vice direttore di radio Eco di Mosca. Il popolare programma “Notizie della settimana”, condotto da uno dei megafoni della propaganda russa, Dmitri Kiselev, e che domenica scorsa aveva ignorato le proteste, oggi non solo ne ha dato la notizia, ma ha definito Navalny un “ipocrita” e Putin “inflessibile” nella lotta alla corruzione, un male che però – a suo dire – “non può essere sconfitto velocemente”. (agi)

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