PERUGIA – “Dicono che la pace non fa notizia e ignorano tutto quello che si fa per la pace, dentro e fuori il nostro paese. Così sarà anche per la prossima Marcia PerugiAssisi per la pace e la fraternità se non ci impegniamo a dare voce alla pace”. Rilanciano l’appello del segretario della Fnsi, Franco Siddi, durante la conferenza stampa di presentazione nella sede della Federazione nazionale della stampa a Roma della Marcia PerugiAssisi, i promotori della ventesima edizione, in programma il 19 ottobre (per tutte le informazioni e le adesioni: http://www.perlapace.it). Perché “non c’è pace senza un’informazione di pace”, recita lo slogan, bello ed efficace, che invita tutti i colleghi a dare il giusto risalto, una volta tanto, ad una buona notizia.
Quella di una Marcia, alla sua XX edizione, a cui hanno già aderito 763 pellegrini da ben 480 città d’Italia e che vedrà la partecipazione, anche quest’anno, della Federazione nazionale della stampa italiana.
“La Federazione della Stampa aderisce e parteciperà, il 19 ottobre, alla marcia PerugiAssisi per la pace e la fraternità. Per il Sindacato dei giornalisti – sottolinea Franco Siddi – la partecipazione assume un significato particolare di espressione di un impegno per la libertà, diritti umani, la solidarietà, la legalità e il dialogo. Il buon giornalismo che si ispira a questi principi concorre a costruire ponti e non muri nel mondo e questo spesso comporta sacrifici immensi, che pagano tante vittime innocenti nei troppi luoghi di conflitto che agitano il pianeta”.
“Partecipare alla marcia PerugiAssisi – prosegue il segretario della Fnsi – significa, anche, rendere omaggio ai 92, tra giornalisti e operatori di staff del settore, caduti nei primi mesi di quest’anno sui fronti della guerra e delle aree dominate dalla violenza degli scontri per motivi etnici, religiosi o razziali, dove erano impegnati ad essere testimoni di verità. Questa testimonianza di verità, infatti, è essenziale per alimentare la speranza di superamento dei conflitti e per evitare l’accrescersi di vecchie e nuove forme di povertà. Guerra e violenza che spengono o limitano l’informazione, provocano una povertà di conoscenza che aumentano angoscia e dolore. Per questo testimoniare un impegno di pace significa anche aumentare la qualità e l’intensità dell’informazione sulle povertà, sui diritti negati, sulle vere ragioni delle guerre e degli scontri armati. I media devono fare di più su questa frontiera dove si misura la qualità e la forza della loro indipendenza”.
“La Fnsi su questi terreni – conclude Siddi – è solidalmente impegnata con la Federazione Internazionale dei Giornalisti e quella Europea, nella quale si è fatta promotrice di una azione perché l’embargo deciso da alcuni Stati verso la Russia per la vicenda dell’Ucraina, non si trasformi in rottura del dialogo con le organizzazioni dei giornalisti russi. Queste impegnate a promuovere la qualità del giornalismo etico e libero proprio in quel Paese. I giornalisti e le loro organizzazioni democratiche non sono entità belligeranti nei conflitti ma devono dialogare e confrontarsi attraverso i canoni universali del giornalismo indipendente. Altrettanto la Fnsi sta facendo con le organizzazioni internazionali per la stampa in Iraq, in Palestina e in Somalia. Ai media italiani l’appello ad accendere di più i fari su questi temi, sulle realtà dimenticate, e, quindi, sui valori della marcia per la pace Perugia-Assisi”.
L’appello ai media del segretario Fnsi e dei promotori della XX Marcia per la pace