Giornalisti, istituzioni, studenti, semplici cittadini alla manifestazione di Fnsi e Libera

Ostia: “Mafia e fascismo non passeranno”

Piervincenzi circondato dai colleghi nel corso della manifestazione di Ostia

Daniele Piervincenzi attorniato dai colleghi nel corso della manifestazione di Ostia

OSTIA (Roma) – “Siamo qui perché non può essere consentito a nessuno di aggredire chi con il proprio lavoro illumina i territori”. Il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha spiegato, così, ad Ostia, il senso della manifestazione per la libertà di stampa organizzata dalla Fnsi e da Libera dopo l’aggressione di Roberto Spada che, con una testata, ha rotto il naso al giornalista Daniele Piervincenzi.
“Chi lotta contro le mafie spesso è un precario dell’informazione”, ha aggiunto Lorusso ricordando che le iniziative di lotta contro la precarietà nel giornalismo non si sono fermate oggi ad Ostia, ma proseguiranno il prossimo 22 novembre davanti a Palazzo di Montecitorio “per chiedere alla politica interventi concreti sui problemi del settore. Perché l’informazione libera è un pilastro della democrazia”.
In una piazza Anco Marzio, affollata da un migliaio di persone, la Fnsi ha ribadito che “i cronisti minacciati, i giornalisti costretti a vivere sotto scorta per via del loro lavoro, i cittadini di Ostia non sono soli. Accanto ai giornalisti ed all’associazione Libera di don Luigi Ciotti, comitati civici, associazioni, studenti, rappresentanti delle istituzioni e dei sindacati, semplici cittadini.

Raffaele Lorusso, Marco Tardelli e Michele Albanese alla manifestazione di Ostia

Raffaele Lorusso, Marco Tardelli e Michele Albanese alla manifestazione di Ostia

Sul palco, coordinati dal presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, i cronisti minacciati: Federica Angeli, che vive da quattro anni sotto scorta per i suoi articoli di denuncia sulle infiltrazioni mafiose nel litorale romano; Michele Albanese, responsabile del sindacato dei giornalisti per la legalità; Paolo Borrometi, minacciato di morte dalla Stidda; Sandro Ruotolo, che ha raccontato quello che accade nella Terra dei fuori e nei territori che senza informazione libera vengono dimenticati; Marilena Natale, Luciana Esposito, Daniele Piervincenzi, la cui aggressione da parte di Roberto Spada “a favore di telecamera” ha fatto scattare l’indignazione e la reazione dell’opinione pubblica. Al loro fianco la piazza mobilitata e i rappresentanti dei giornalisti. “Mai con i mafiosi e mai con i fascisti si può dire in questa piazza, lo prevede la Costituzione”, ha esordito Giulietti rilanciando i cori degli studenti. “C’è chi sta con la Costituzione e chi fa strage dei suoi valori. Ostia non è solo clan – ha aggiunto – ci sono tante donne e uomini che lottano ogni giorno. Chi ha alzato la voce contro le testate è il benvenuto qui, a prescindere dalle sue idee politiche. Ora non bisogna spegnere i riflettori, a Ostia e altrove, sui cronisti minacciati, dobbiamo dargli una scorta mediatica”.
Tra la folla il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, i presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, Laura Boldrini e Pietro Grasso, il presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi.

L’intervento di don Luigi Ciotti sul palco di Ostia

L’intervento di don Luigi Ciotti sul palco di Ostia

“Qui c’è tanta gente che si è mossa e si mette in gioco per fare la propria parte”, ha concluso don Luigi Ciotti, sottolineando che “bisogna distinguere e far emergere le cose positive senza sottrarci nella denuncia delle cose che non vanno. Dico grazie ai cittadini di Ostia. Grazie a chi vuole e lotta per una Ostia più libera, bella e onesta. Siamo qui per esprimere vicinanza ai giornalisti aggrediti e per estendere il pensiero a tutte le vittime che sono morte per mano delle mafie. Ma anche per far emergere le cose belle che ci sono a Ostia, con tante associazioni e realtà che fanno un grande lavoro. Ora il cambiamento tocca a noi. Usciamo dall’io per organizzare il noi con coraggio e umiltà, generosità e umiltà.
Si alzi da qui – ha detto ancora don Ciotti – un grido di libertà e di verità. Il senso di essere qui è che si cambia solo se si continua a raccontare la verità, a denunciare con vigore, competenza e spirito costruttivo ma attenzione anche ai manipolatori della verità. Bisogna denunciare con spirito costruttivo, con speranza. Dobbiamo fare una dieta delle parole perché non perdano di senso. Parole misurate ma ferme con cui costruire il cambiamento”. (giornalistitalia.it)

 

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