Capo della redazione di Terni del Messaggero e presidente dell’Odg dell’Umbria

Morto il giornalista Dante Ciliani, aveva 59 anni

Dante Ciliani

Dante Ciliani

TERNI – Giornalismo in lutto per la morte di Dante Ciliani, capo della redazione di Terni del quotidiano Il Messaggero e presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria. Aveva 59 anni e dal 7 giugno scorso, dopo aver chiuso le pagine del giornale, aveva cominciato la sua ultima battaglia contro la malattia che, nel giro di tre mesi, non gli ha dato scampo.
Nato a Montecastrilli, in provincia di Terni, l’11 gennaio 1956, era giornalista professionista iscritto all’Ordine dell’Umbria dal 7 giugno 1988. La camera ardente per l’estremo saluto a Dante Ciliani è allestita all’Hospice “Le Grazie” di viale Trento, a Terni, mentre i funerali saranno celebrati martedì 15 settembre, alle ore 10, alla chiesa di San Francesco.
L’Ordine dei giornalisti dell’Umbria ricorda che “Dante Ciliani è stato presidente per tre lustri con dedizione quotidiana, spirito innovatore e totale disponibilità nei confronti delle esigenze dei colleghi”. L’Ordine ne ricorda “la caratura umana prima che quella professionale, che negli anni, insieme alle doti di competenza e preparazione specifica, lo aveva fatto diventare un insostituibile punto di riferimento della categoria”.
L’Associazione della stampa umbra, presieduto da Marta Cicci, “si unisce al dolore e al cordoglio per la morte del collega Dante Ciliani” ricordando che “è stato un protagonista del giornalismo umbro, una sorta di istituzione positiva, tanto nelle vesti di cronista, quanto in quelle di animatore degli organismi della categoria ai quali ha cominciato a dare il suo contributo dagli anni ’80, nel sindacato, di cui è stato consigliere prima e presidente successivamente e nell’Inpgi di cui è stato fiduciario regionale”.
“Con un modo di fare – aggiunge l’Asu – colloquiale e bonario, come era nel suo carattere, ha retto con autorità, efficacia ed equilibrio il ruolo di presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria, trovandosi ad affrontare con successo, negli ultimi anni, una situazione di crisi e grandi trasformazioni nel lavoro giornalistico. Lo ricorderemo, nell’ufficio che l’Ordine divide con Asu, col volto gioviale e la battuta sdrammatizzante che caratterizzava la sua presenza”.
Anche il Consiglio direttivo del Gruppo umbro dell’Ussi, a nome di tutti gli iscritti, esprime “profondo cordoglio per la scomparsa del collega Dante Ciliani, presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria e anche iscritto a questo gruppo, al quale non ha mai fatto mancare impegno, dedizione e professionalità”.
Profondo cordoglio anche da parte delle istituzioni. A partire dal Consiglio regionale dell’Umbria. La presidente Donatella Porzi, anche a nome dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, esprime, infatti “profondo cordoglio e affettuosa vicinanza alla famiglia e ai giornalisti umbri per la prematura scomparsa di Dante Ciliani”. La nostra istituzione – afferma Porzi – rende omaggio ad un professionista dell’informazione attento e appassionato, che in questi anni ha espresso il suo generoso e autorevole impegno anche nelle associazioni di categoria dei giornalisti, per tutelare e qualificare sempre più una professione che costituisce una funzione essenziale nella vita democratica della nostra comunità civile”.
La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nell’esprimere  “il più profondo cordoglio” alla famiglia, alla redazione del Messaggero ed all’Ordine dei Giornalisti, sottolinea che “il giornalismo umbro che perde, con Dante Ciliani, una figura di altissimo profilo professionale e morale e che da sempre ha rappresentato per la categoria dei giornalisti, ma anche per l’intera comunità regionale, un solido punto di riferimento e un convinto difensore dell’autonomia del giornalismo quale presidio di libertà e democrazia”. “Ho avuto modo di conoscerlo e di apprezzarne prima di tutto le straordinarie doti umane”, ricorda Catiuscia Marini, citando il loro ultimo incontro, “solo alcuni mesi fa, quando assieme agli altri rappresentanti dei giornalisti umbri, mi rappresentò con passione e con grande preoccupazione, la difficile situazione dell’editoria nella nostra regione, soprattutto in riferimento al sistema dell’emittenza radiotelevisiva locale. Una preoccupazione legata sia al concreto rischio di perdita di posti di lavoro, sia di impoverimento del sistema della comunicazione in Umbria. Mi piace ricordare così Dante Ciliani un giornalista capace di rappresentare il giornalismo migliore”. (giornalistitalia.it)

Marta Cicci: “Non dimenticherò mai i suoi occhi”
PERUGIA – “Non avrei mai pensato né voluto trovarmi a scrivere in una circostanza dolorosa come questa. Lo faccio sperando di trovare le parole giuste, parole non usurate dalla consuetudine della cerimonie, dalla prevedibilità delle liturgie che non amo. cerco parole semplici per esprimere sentimenti complessi che penso di condividere con molti colleghi e colleghe, sentimenti che uniscono il dolore alla rabbia, all’impotenza, al senso di irrecuperabilità di fronte alla morte. Non so se incontrerò di nuovo, Dante, i tuoi occhi vivi. Oggi so solo che soffro una perdita ed una presenza che non tornerà, e so che questa situazione mi accompagnerà a lungo. Accompagnerà molti di noi, per i quali hai rappresentato un punto fermo e accogliente, una sorta di approdo sicuro, umano e professionale. Intelligenza,  pragmatismo, ironia, competenza, sensibilità e onestà intellettuale fuse in una personalità forte. Doti rare oggigiorno. e siccome le cose brodose non ti sono mai piaciute la chiudo qui. non so se incontrerò di nuovo, Dante, i tuoi occhi vivi, ma non li dimenticherò.

Marta Cicci
Presidente Associazione Stampa Umbra 

Fnsi: “L’Umbria perde un punto di riferimento”
ROMA – La Federazione Nazionale della Stampa Italiana si unisce al grande e unanime dolore dei familiari, degli amici e dei colleghi dell’Umbria per la prematura scomparsa di Dante Ciliani stroncato da un male improvviso e incurabile. Dante Ciliani, valente giornalista de Il Messaggero, per lunghi anni presidente dell’Associazione della Stampa Umbra e tutt’ora presidente del consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti, per anni Consigliere Nazionale della Federazione della Stampa, è stato un capace e intelligente dirigente sindacale sempre attento ad affrontare e risolvere i problemi dei colleghi, soprattutto di una regione come l’Umbria tormentata da alterne vicende editoriali. Con la scomparsa di Dante i giornalisti umbri e l’intera categoria perdono un punto di riferimento sindacale e professionale, un difensore strenuo e determinato dei loro diritti.

Il Messaggero lo ricorda così: “Vivrà sempre in noi”
Il Messaggero
TERNI – In questi mesi sospesi, dal momento del ricovero, abbiamo avuto il tempo di attaccarci a qualche speranza e a molti ricordi. Oggi Dante Ciliani, 59 anni, capo della redazione del Messaggero di Terni e presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria, un passato nel sindacato dei giornalisti non c’è più. Ha chiuso l’ultimo giornale il 7 di giugno scorso, lasciando una mail ai colleghi per ricordare i pezzi rimasti in sospeso, le conferenze in programma e la promessa di passare in redazione l’indomani, dopo aver smosso la terra della vigna.
Invece, all’improvviso, ha dovuto cominciare un altro percorso, tutto in salita. Una salita troppo ripida anche per un appassionato di bicicletta e di corsa come lui. Scrivere di lui non è facile. Anche oggi Dante ci verrebbe a cancellare ogni riga che sapesse seppure da lontano di retorica e piaggeria. Prenderebbe tutte le stampate delle agenzie che parlano di lui e ne ricordano l’impegno nel mondo del giornalismo umbro, dalla presidente della Regione, Catiuscia Marini, al cardinale Bassetti, al Sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci, e le butterebbe nel cestino: “Parolai”, ma, forse, gli scapperebbe anche un sorriso: al suo lavoro ci teneva moltissimo.
Noi che abbiamo diviso ogni giorno il lavoro, i pranzi, l’impegno nei confronti della città e dei lettori, a volte anche le disillusioni per certe derive di questo mestiere, ma anche tanti momenti leggeri, possiamo dire con certezza una cosa: ogni persona che lo ha conosciuto prova, per un qualsiasi motivo, grande o piccolo che sia, gratitudine nei suoi confronti. Per i consigli sul lavoro, per la generosità verso chi era in difficoltà, per il confronto aperto e il sorriso, per il suo modo di lavorare. Per il suo vizio di tenere aperte le porte della redazione a tutti, di ascoltare tutti. Valorizzare i nostri pregi e considerare i nostri difetti come con benevolenza e ironia.
Così gli amici veri non gli sono mai mancati e sono rimasti fino alla fine, standogli al fianco ogni giorno, anche in quelli del declino: una condizione che non è da tutti.
Come non gli è mai mancata la sua famiglia: il fratello Carlo con la moglie, il nipote Luca, di cui andava orgoglioso come se fosse il figlio che non aveva avuto, i genitori, la madre che gli ha fatto compagnia con la stessa tenerezza, ne siamo certi, di quando era bambino in tante ore di questa durissima salita.
“Mi raccomando: la nostra forza è essere credibili nei confronti della città. Gli scoop contano poco, conta la qualità. Noi dobbiamo fare il giornale a un buon livello tutti i giorni: dalle aperture alle brevi”. E se il lavoro per lui è stato molto, tanto che l’anno scorso fu rieletto per la terza volta Presidente dell’Ordine dei giornalisti, anche l’amore per la sua famiglia, la sua Amelia e i legami con la terra erano fortissimi. Tanto che già pensava a quale vino produrre una volta andato in pensione. Ha avuto una vita ricca: di amici, di soddisfazioni e riconoscimenti, di viaggi, anche avventurosi, come quelli in Sud America, la sua passione che avrebbe voluto rispolverare ben presto. Metà della sua vita l’ha passata in redazione, mantenendo sempre una certa leggerezza, curioso e divertito di vedere come andava a finire una storia, cosa c’ero dietro a una notizia, cosa si nascondeva nei palazzi della politica. I funerali di Dante – sembra impossibile scriverlo, eppure è così – si terranno martedì, alle 10 alla chiesa di San Francesco (camera ardente già aperta all’Hospice Le Grazie in viale Trento), nel quartiere dove abitava, officiati da don Fernando, un prete che lui stimava per essere sempre in prima linea.
Per quanto ci riguarda, noi, la sua redazione, non gli daremo mai l’ultimo saluto. Lo saluteremo ogni giorno, dalle pagine del giornale. Cercando di farlo al meglio, mettendo la stessa attenzione nello scrivere sia l’apertura sia le brevi. (Il Messaggero)

Vanna Ugolini

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