L’amministratore delegato Roberto Sergio ha deciso che “I facci vostri” non andrà in onda

La Rai cancella il programma di Filippo Facci

Roberto Sergio, Filippo Facci e Paolo Corsini

ROMA – La Rai non manderà in onda la striscia quotidiana di cinque minuti “I facci vostri”, inizialmente annunciata per settembre. Lo ha deciso l’amministratore delegato Roberto Sergio, informata la presidente Marinella Soldi, d’intesa con il direttore dell’Approfondimento Paolo Corsini e, per i profili di sua competenza, il direttore generale Giampaolo Rossi.
Lo spazio in palinsesto verrà naturalmente coperto dal prolungamento del programma del mattino di Rai 2 “I fatti vostri”. Il programma che sostituirà “Cartabianca” sarà, invece, comunicato nel Cda del 25 luglio.
All’origine della cancellazione del programma di Filippo Facci, 56 anni, un articolo, pubblicato su Libero, nel quale il giornalista ha affrontato il caso della ragazza che ha denunciato per violenza sessuale il figlio del presidente del Senato, Ignazio La Russa. «Le sofisticate scienze forensi – ha scritto, tra l’altro, Facci – non impediscono che alla fine si scontri una parola contro l’altra, e che, nel caso, risulterà che una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa (una famiglia, una tribù) e che perciò ogni racconto di lei sarà reso equivoco dalla polvere presa prima di entrare in discoteca, prima di chiedere all’amica “sono stata drogata?” anche se lo era già di suo».
L’11 luglio scorso, intervenendo in Consiglio di Amministrazione sulla vicenda, Roberto Sergio aveva dichiarato: «Non è mia abitudine decidere sulla base di campagne politiche strumentali ed emozionali. Non mi faccio trascinare da nessuno, motivo per il quale comunicherò la decisione presa assumendone la piena responsabilità, e comunque in tempi brevi».
Per la Rai, dunque, non sono valse a mantenere il programma le successive scuse di Facci, che ha dichiarato all’Ansa: «Riscriverei quella frase? No, perché conta un solo fatto: che la frase non ha portato niente di buono e che ha fatto malintèndere un intero articolo. La professionalità innanzitutto, l’orgoglio personale poi». E al Corriere della Sera ha aggiunto: «Quello è stato un errore stilistico, un fallimento professionale: il mio compito da giornalista è farmi capire, non fare battute». (giornalistitalia.it)

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