31 scatti della celebre fotoreporter in mostra al festival del giornalismo civile di Napoli

“Imbavagliati” tra le foto di Letizia Battaglia

Rosaria Schifani immortalata da Letizia Battaglia

Rosaria Schifani immortalata da Letizia Battaglia

NAPOLI – Trentuno scatti in bianco e nero. Le tappe di una vita professionale e artistica cominciata nella redazione dell’Ora a Palermo nel 1969. Letizia Battaglia, classe 1935, fotoreporter di fama internazionale (prima donna a documentare la “nera” in un territorio “scomodo”, prima donna europea a ricevere nel 1985 il premio Eugene Smith che celebra il fotografo di Life), presta a Napoli e al suo festival del giornalismo civile “Imbavagliati”, in programma fino al 24 settembre, una parte delle opere che a breve saranno esposte al Maxxi di Roma.
Una mini-antologica che testimonia non solo il suo essere la fotografa della mafia, ma anche un impegno sociale e civile sfociato anche nella fondazione del Centro di documentazione “Giuseppe Impastato”. Ed il ritratto di Felicia Bartolotta, madre del ragazzo che metteva alla berlina e denunciava il boss Gaetano Badalamenti, è una delle foto in mostra: seduta sul divano di casa, la foto di Peppino accanto a lei, gli occhi che raccontano un dolore profondo, il viso che suggerisce un’antica dignità.
Ma c’è anche l’immagine di Rosaria Schifani, moglie di Vito, uno degli agenti della scorta del giudice Giovanni Falcone uccisi a Capaci, un primissimo piano con gli occhi chiusi, il viso metà in luce e metà in ombra.
“Sono molto onorata e felice di portare il mio contributo a un’iniziativa sensibile e socialmente utile come Imbavagliati – spiega Letizia Battaglia, dall’alto dei suoi meravigliosi 81 anni – . Napoli è una città che amo molto. Durante la guerra, la mia famiglia visse un periodo molto intenso e travagliato nella vostra fantastica città, ne ho ricordi vaghi, ma il sentimento che mi lega a Napoli è sempre molto forte”.
La mostra si può dividere in blocchi, a secondo se si considera il tema o la cronologia degli scatti: l’alto e il basso di Palermo (bello il contrasto tra due foto vicine dei primi anni ‘80, la donna che piange sulla sua miseria, uno scatto a San Vito Lo Capo, e il primo piano di una signora palermitana nel vortice di una festa di Capodanno); gli omicidi di mafia degli anni tra il ‘70 e il ‘90 (da quello del giudice Cesare Terranova riverso nella sua auto del 1979, a quello di Pio La Torre del 1982, raccontato solo da una una donna che piange e sembra volersi inginocchiare e pregare); i bambini (la ragazzina con un pallone e il bambino con il volto coperto da una calza da donna che punta la pistola); i reportage (di grande impatto la foto che ritrae Leoluca Bagarella, cognato di Totò Riina e killer spietato, mentre viene portato via in manette).
Una selezione di immagini curata da Stefano Renna in collaborazione con Giulia Mariani. E si dice “onorata” di “portare un contributo a una iniziativa sensibile e socialmente utile” come “Imbavagliati”, Letizia Battaglia.
Il festival, alla sua seconda edizione, è dedicato a Giulio Regeni, e si focalizza sugli scenari dell’informazione negata o censurata in Turchia, Siria, Russia e Cecenia.

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