Il presidente emerito dell’Odg e il suo compagno di avventura di nuovo in marcia

Del Boca e Moia sul Camino del Norte

Lorenzo Del Boca e Angelo Moia nella nuova avventura

Lorenzo Del Boca e Angelo Moia nella nuova avventura

ROMA – Lorenzo – che di cognome fa Del Boca, di professione giornalista e storico, dopo essere stato tre volte presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, oltre che della Federazione della stampa italiana – e Angelo – Moia, dirigente di industria, inossidabile compagno di avventura del presidente emerito dell’Odg e della Fnsi –  hanno ripreso a camminare. Dopo aver attraversato l’Europa da Nord a Sud, marciando da Canterbury a Roma per ben 2100 chilometri, hanno deciso di “assaggiare” il Camino del Norte, in Spagna.
Il primo luglio partenza da Irun, ultima cittadina dei Pirenei subito dopo il confine con la Francia, per arrivare, nella prima settimana di agosto, a Finis Terrae, dopo essere passati per Santiago de Compostela sulla tomba di San Giacomo.
Si tratta di percorrere un tragitto che costeggia il Golfo di Biscaglia e il Mar Cantabrico (per questo che viene indicato come Cammino del Nord) per raggiungere l’Oceano Atlantico sul lato occidentale della Spagna.
“Il percorso è duro – confidano Del Boca e Moia –, a dispetto del fatto che si cammina guardando le spiagge e le Rias. In realtà a poche centinaia di metri dalla battigia si alzano montagne a strapiombo che occorre scavalcare. I dislivelli sono impegnativi. Nel giorno di esordio del Cammino, prima tappa, è stato necessario arrampicarsi dal livello del mare agli 800 metri per un sentiero che avrebbe provocato qualche disagio anche alle capre diontagna. Poi, giù di nuovo fino a toccare l’acqua”.
Il Cammino prevede che la Ria di Pasai San Pedro venga attraversato in barca e i pellegrini hanno la possibilità di farsi fotografare nell’unico momento di relax della giornata. Perché, subito dopo, occorre riprendere la strada in salita per guadagnare la vetta di un altro monte.
Prima un numero interminabile di gradoni, alti almeno 40 centimetri l’uno, che spaccano le gambe, poi un viottolo di sassi persino più faticosi da scavalcare. “Va da sé che la fatica è essa stessa divertimento”, ammettono candidamente i “pellegrini”. Quando si dice una forza da leone. Anzi due.

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