Il giornalista e storico e il suo compagno di viaggio tra Paesi Baschi e Cantabria

Del Boca e Moia a Bilbao a passo d’alpinista

Lorenzo Del Boca e Angelo Moia

Lorenzo Del Boca e Angelo Moia al Museo Guggenheim di Bilbao

BILBAO (Spagna) – Sul Cammino di Santiago, Lorenzo (Del Boca) e Angelo (Moia) escono dai Paesi Baschi per entrare in Cantabria. A piedi il tre volte presidente dell’Ordine dei giornalisti e il suo compagno di viaggio hanno percorso 180 chilometri, la quinta parte dell’intero tragitto.
Mentre i giornali e le televisioni riferiscono di un’ondata di caldo eccezionale “qualche commentatore spagnolo – raccontano i nostri pellegrini d’eccezione – si azzarda a definire il clima ‘scandaloso’”.
In realtà il termometro supera i 40 gradi in tutta la Spagna meno che sulla fascia costiera attraversata dal Cammino del Nord e, tuttavia, “il sudore che verrebbe risparmiato dal clima favorevole, viene richiesto dalla geografia del terreno che, in continuo saliscendi, obbliga a bagnare le proverbiali sette camicie”.
“Capisci come i Baschi abbiano potuto conservare la propria autonomia – racconta Del Boca – resistendo a popoli anche più strutturati. Chi poteva arrampicarsi per costoni di sei settecento metri di dislivello dritti così? E dietro la prima collina un’altra e poi un’altra ancora. Le case dei villaggi sono adagiate su una gobba. Le strade, pure asfaltate, obbligano gli automobilisti a salire con la prima marcia. La stessa Bilbao è incantevole, ma per visitarla a piedi occorre il passo dell’alpinista. È attraversata da chilometri di scale con migliaia di scalini. Su e giù anche nel museo Guggenheim, nella struttura avveniristica di stanze arrotondate sugli spigoli che ospitano le curiosità dell’arte moderna. Qualcuna al limite dell’inverosimile. All’uscita ci resta il dubbio: in fatto di arte, sono loro troppo avanti o noi troppo indietro?”

Del Boca e Moia in cammino

Del Boca e Moia in cammino

In questo contesto, “i Baschi rappresentano un esempio che certifica quanto grande possa essere l’amore per la propria terra e la propria indipendenza. Esiste una direttiva che impone la bandiera azzurra dell’Europa accanto a quelle nazionali. Qui, i municipi e le piazze principali fanno sventolare i vessilli baschi con la croci di Sant’Andrea bianco rosso verdi. Niente Europa e, per la verità, niente Spagna. Se proprio devono aggiungere un’altra bandiera, ci mettono quella a strisce biancorosse dell’Atletico Bilbao”.
Le indicazioni turistiche, raccontano Del Boca e Moia, “le scrivono in lingua basca e non si capisce chi possa comprenderle con tutte quelle parole farcite di x e k, una vicina all’altra”.
La stanchezza non impedisce loro di notare che “dove c’è abbondanza di informazione esiste anche la traduzione in inglese e, solo eccezionalmente, in spagnolo”.
“Del resto per apprezzare il loro jamon, gli aperitivi coi pinchos e la zuppa di aglio non occorrono troppe spiegazioni”, ammettono i pellegrini. Che dopo aver divorato chilometri, si sono ben guadagnati i piaceri della tavola.

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